IN OTTANTA PAGINE IL GIALLO PIU’ ORIGINALE
“Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?”
Le parole che Morpheus dice a Neo in Matrix film capolavoro del 1999 ben si potrebbero ripetere al protagonista dell’ultimo romanzo di Documenti prego ultima fatica letteraria di Vitali che in un racconto lungo costruisce una trama fitta di suspense e di immaginativa e regala ai lettori un giallo atipico, onirico, sorprendente.
Partendo da una atmosfera da noir del secolo scorso l’autore spinge al paradosso la vita reale e quella immaginaria di un uomo qualunque, un industriale apprezzato che forse, in un futuro prossimo, riuscirà anche a entrare nel consiglio di amministrazione della sua azienda. Un tipo casa e lavoro, un po’ stressato dai ritmi che conduce ma sicuramente un uomo tutto di un pezzo.
Ma a un certo punto della sua esistenza, in un bar su di una Autostrada del nord Italia dove l’uomo si ferma per rifocillarsi un attimo, basta una sola parola: documenti prego, a catapultarlo in un’altra dimensione. Un posto reale o fantastico? E l’uomo sta vivendo davvero il suo personale incubo o sta solo sognando.
Vitali voleva disperatamente scrivere qualcosa di assolutamente diverso dai suoi gustosi gialli ambientati sul lago di Como, quelli dove tutto è più che reale e dove i protagonisti sono molto simili ai vicini di casa che qualunque suo lettore può avere. In Documenti prego non c’è nulla invece di così tranquillizzante. Non ci sono parroci o perpetue impiccione, marescialli trapiantati dal sud e signorotti locali benestanti, in realtà, non c’è neppure un omicidio. Ciononostante il giallo e la suspense che ne consegue ci sono tutti. La realtà descritta nel racconto è vivida, depressa, da periferia post industriale, i moti dell’animo del protagonista quasi palpabili e così angoscianti da riversarsi inevitabilmente anche su chi legge…eppure… la dimensione onirica del racconto non scompare mai e rende il lavoro di Vitali una sfida gustosa tra autore e lettore.
Quando a Neo in Matrix gli autori del film gli dicono che non ha più bisogno di ingerire cibo tradizionale e di usare gli occhi perché fino a quel momento non li ha mai usati davvero, lui li guarda senza comprendere realmente di cosa tutti loro stanno parlando. Così come succede all’industriale di Vitali. Anche lui come Thomas Anderson non capisce un tubo di dove si trova e di quello che gli sta succedendo e soprattutto non capisce perché sta succedendo proprio a lui.
Ma la realtà e la finzione sono separate da un fragile vetro e i lettori ameranno moltissimo infrangerlo.
Editore: Einaudi
Anno: 2019