
LA COMMEDIA UMANA DI AVOLEDO
di ANTONIA DEL SAMBRO
Si rimane sempre impressionati nel constatare quanto Avoledo capisca di esseri umani, ne comprenda anche le più minuziose sfaccettature, i tic, le fragilità, le aspirazioni, tutti i moti del loro animo.
E il suo nuovo eroe anti eroe dimostra questa superba capacità autoriale in ogni affermazione, in ogni azione, in ogni pagina. Vittorio Contrada è la summa perfetta delle contraddizioni della sua generazione, in bilico tra la passione per il glamour e la “vita facile” e la spinta etica e morale che come nella massima kantiana della Ragion pratica insieme al cielo stellato che sembra incombere sull’avvocato e rampollo di ricca e nobile stirpe.
Avoledo fa un capolavoro di protagonista, alfa e omega di ogni azione narrativa e lo circonda di perfetti personaggi minori che fanno da controcanto alle sue peculiarità più intrinseche: una socia anticonvenzionale e anticonformista, una madre ricca, distinta, buddista e impressionantemente intuitiva, colleghi arrivisti e rivali, donne bellissime e di grande intelligenza e ambizione. A tutti loro affida e consegna una trama di scenografica attualità dove il bene comune e sociale stenta a imporsi e manifestarsi schiacciato come è da interessi e avidità di intoccabili burattinai.
Ed essendo questo romanzo una vera e propria commedia umana non poteva non avere bisogno di una cornice altrettanto suggestiva e sfaccettata, ed ecco allora la placidità e azzurrità del lago che bagna l’incantevole Stresa, la Milano dei faccendieri, il Friuli ancestrale e favoloso.
Tutto perfetto. Tutto riportato da un autore che sa raccontare anche meglio di come scrive. Un autore psicologo e classicista che si diletta a scrivere gialli perfetti invece di saggi umanisti e didascalici.
I lettori ringraziano.
Bentornato Tullio, ti si aspettava.
TRAMA
L’avvocato Vittorio Contrada, Controvento per gli amici, uomo senza peli sulla lingua e molto pelo sullo stomaco, ha cambiato vita. Lasciato il diritto societario per seguire soltanto cause ambientali o comunque “eticamente valide”, ha chiuso con i viaggi da sogno, gli affari milionari, i lussi indescrivibili e i polli da spennare, per rifugiarsi in uno studio sgarrupato con la sola compagnia di Gloria Almariva, collega combattiva e testarda ben lontana dallo stereotipo dell’avvocata di grido. Una cosa però è rimasta a Vittorio: la voglia di scontrarsi, e di vincere. Oltre alla passione per le belle donne e le auto d’epoca, ovviamente. Così, quando Valerio Del Zotto emerge dal suo passato per consegnargli una valigetta – la sua mitica ventiquattrore da cui uscivano sempre tesori o idee inestimabili – e poi morire poco dopo, Vittorio non può restare a guardare. C’è del marcio in quella ventiquattrore, su cui Vittorio si impegna a indagare insieme a Gloria. Il caso ha a che fare con un’isolata comunità montana e una spregiudicata speculazione edilizia, ma tra i fiumi che cambiano corso e le vallate presi – diate dalle ruspe si muovono poteri molto più grandi di quanto i due avvocati riescano a immaginare. Anche se a essere più pericolose a volte sono cose molto piccole, quasi insignificanti: cose come le idee. Tra una Milano che sale vorticosa – eccessiva, spietata, ingiusta – e un Friuli edenico e fiero che qualcuno sta cercando di distruggere, “Come si uccide un gentiluomo” è un romanzo nerissimo e dolce, arrabbiato ed esilarante, tenero e feroce, che rispecchia alla perfezione il mondo di oggi: ugualmente pieno di inquietudine e speranza.
Come si uccide un gentiluomo
LA COMMEDIA UMANA DI AVOLEDO di ANTONIA DEL SAMBRO Si rimane sempre impressionati nel constatare quanto Avoledo capisca di esseri umani, ne comprenda anche le più minuziose sfaccettature, i ...