TRA FUGA E ASFALTO
di ANTONIA DEL SAMBRO
Gli adoratori, quali sono io, della Lost Generation americana che raccoglie scrittori come Stein, Hemingway e Steinbeck con romanzi come Città dei sogni ci fanno il “trattamento spam di bellezza letteraria” godendosi prima il racconto sociale acuto che fa da leit motiv a tutta la trama, poi, la meravigliosa architettura di mattoni, stucchi e pennellate che Winslow usa per raccontare i suoi protagonisti e infine le ambientazioni, che lungi da essere semplici ambientazioni, trasudano asfalto, polvere e bollore di quelle strade di America che più vengono descritte e meno si comprendono, più vengono citate e più soggiogano chi legge, più ci si affida a esse per arricchire il racconto e più diventano altri personaggi della storia.
Che Winslow da Città in fiamme abbia perfettamente in mente cosa voglia raccontare nella sua trilogia e da dove partire e dove arrivare, ce lo conferma appieno questo secondo capitolo della serie dove l’influenza della letteratura americana della lost generation è preponderante così come quella delle pellicole del primo decennio del Duemila e delle letture dei classici, a partire da Virgilio.
E se Winslow non fosse il fottutissimo genio che è tutta questa roba in una road novel non solo sarebbe eccessiva, ma risulterebbe del tutto senza senso…
E invece quello che il lettore si trova davanti è la fuga di un protagonista fascinoso e perfetto come Danny Ryan su strade altrettanto fascinose e perfette dell’America dei pionieri. Quelle che portano a ovest, quelle percorse e battute da tutti i visionari del “sogno americano”, le strade della “frontiera”.
C’è qualcosa di più profondamente a stelle e strisce di questo?
Ryan nella sua fuga dalla guerra di gangster che ha messo in ginocchio e in fiamme Rhode Island decide di andare, appunto, verso ovest, verso la terra dei sogni e arriva prima a San Diego per poi approdare a Los Angeles. Ma l’arrivo e l’approdo non sono la storia. La storia è il viaggio tra la polvere e l’asfalto cocente di quella America descritta da Kerouac dove lo stesso Ryan, eroe in fuga, esattamene come Enea che scappava da Troia in fiamme, pensa già a cosa dovrà fare della sua vita una volta arrivato nella “nuova terra”.
E allora, oltre il romanzo di genere, Winslow anche in questo secondo capitolo della sua trilogia porta prepotentemente all’attenzione del lettore il sociale che si amalgama con il sogno americano e che parte da lontano, dalla storia antica di uomini in fuga per ritrovare pace, benessere e soprattutto sé stessi. E per raccontare tutto questo non serve lo stile ottocentesco delle descrizioni, non servono dialoghi strutturati, non servono personaggi letterari. Tutto il contrario. Serve essenzialità, purezza, linguaggio da cronaca. Questo è lo stile di Winslow che procede per sottrazione proprio perché può permetterselo dato che ha una robustissima formazione culturale e letteraria.
Correte immediatamente in libreria comprarlo perché ne vale indiscutibilmente la pena.
TRAMA
Dopo essere scampato alla sanguinosa guerra che ha devastato il New England, Danny Ryan è in fuga. I mafiosi, i poliziotti e anche l’FBI lo vogliono morto o in prigione. È partito insieme al figlio, all’anziano padre e ai pochi fedeli rimasti della sua banda ed è arrivato fino in California.
Qui vorrebbe solo una vita pacifica, ma i federali lo beccano e lo costringono a far loro un favore che potrebbe renderlo ricco. Oppure ucciderlo.
Intanto a Hollywood stanno girando un film ispirato alla faida che ha rovinato la sua vita e Danny decide di rientrare in affari, costruendo un nuovo impero criminale. Quello che non ha previsto è l’incontro con un’attrice bellissima, ma con un passato oscuro. Una donna di cui si innamora perdutamente.
E mentre i loro mondi collidono in un’esplosione che potrebbe annientare entrambi, Danny Ryan combatte per la vita nella città dove di solito nascono i sogni. Ma dove i sogni possono anche morire. Dalle spiagge del Rhode Island fino ai deserti californiani dove i cadaveri spariscono facilmente, dai corridoi del potere di Washington in cui prosperano i veri criminali fino ai mitici studios di Hollywood dove circolano i soldi veri, Città di sogni è una saga indimenticabile che parla di amore, famiglia, vendetta, sopravvivenza e di feroce realtà.
Traduzione: Alfredo Colitto
Citta di sogni
TRA FUGA E ASFALTO di ANTONIA DEL SAMBRO Gli adoratori, quali sono io, della Lost Generation americana che raccoglie scrittori come Stein, Hemingway e Steinbeck con romanzi come Città dei sogni ...