IL ROMANZO NEL ROMANZO SENZA SEGUITO DEL ROMANZO

Franck Thilliez, nel genere thriller, è una garanzia, quando pensi che lo scrittore abbia dato tu in quel romanzo ti stupisce con il successivo. Se con “Il sogno” e “Il manoscritto” ci aveva conquistato, con questo romanzo si è confermato il grande creatore di trame. “C’era due volte” ricorda nella struttura profonda “Il manoscritto”, una storia che si divide in un’altra storia che custodisce un legame con la precedente. Per chi ha amato “Il manoscritto” questo è assolutamente un romanzo da leggere.

“Il manoscritto” che è un romanzo autoconclusivo, trova nuova vita e linfa in “C’era due volte”, l’autore ci mostra un lato del romanzo che non ci aveva raccontato ma che squarcia la precedente lettura portandoci in una nuova profondità. La citazione e inclusione del romanzo “Il manoscritto” rende la trama di questo romanzo ancora più complessa e machiavellica.

In questo romanzo l’autore gioca con il tempo, il protagonista Paul è alla ricerca di sua figlia, si addormenta in un albergo e si risveglia vent’anni dopo, in un’altra stanza. Cosa è successo? Thilliez ci sfida fin dall’inizio, saprà gestire il vuoto temporale? Saprà colmarci le perplessità che nascono fin dal incipit? Non posso raccontarvi il finale ma non vi nascondo che è un turbinio di storie che s’intersecano.

L’ambientazione, che parte da un piccolo paesino di montagna dove non succede mai niente è claustrofobicamente perfetta. Perché quello che succederà può sembrare il peggio e quello che c’è più di lontano dal paesino. In questo romanzo di Thilliez l’ambientazione non è un personaggio ma un elemento che contorna la suspense e la stringe sempre di più, spingendola al massimo.

Franck Thilliez cerca sempre di stupire il lettore, ma cerca anche di sfidare se stesso nella stesura del romanzo. E questo purtroppo lo si sente a tal punto che in alcuni punti l’intrigo  porta alla fine ma con alcuni elementi non necessari. Altro appunto al romanzo è l’utilizzo di una buona deriva alla Laura Palmer che viene poi abbandonata. E’ vero che Laura Palmer c’è già, ma suggerirne un inizio e poi lasciarla morire, sembra uno spreco.

Se avete amato “Il sogno” e “Il manoscritto” se leggete questo romanzo non ne rimarrete delusi, anzi. Se invece non avete letto i precedenti, vi consiglio di partire da “Il manoscritto” prima di affrontare questo.

TRAMA

Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve…

Traduzione: Federica Angelini