LA RAPINA DEL SECOLO, ALTRO CHE CASA DI CARTA

Tratto da una storia vera, il nuovo romanzo di Paolo Roversi, “Black money” edito da SEM, racconta una rapina vera, accaduta veramente se non avete capito. Ma qui la differenza è tutta nella narrazione dello scrittore.

I due precedenti successi dello scrittore nella casa editrice “Addicted” e “Psychokiller” hanno richiamato l’internazionalità dell’apertura narrativa dei romanzi di Paolo Roversi. Questo romanzo mi ha particolarmente colpito per il respiro narrativo molto vicino al thriller internazionale ma posizionato in un contesto europeo.

Non è una stupidaggine e ci ho riflettuto molto prima di fare questa affermazione, ma la struttura del romanzo di Roversi non è paragonabile ad una struttura italiana. E’ un romanzo veloce, composto da capitoli brevi, alcuni brevissimi e diviso in 3 parti. Si distacca molto dalla classica indagine all’italiana, è molto più fluido.

Non è per niente un americanata, piena d’inseguimenti e sparatorie che rendono la lettura pesante, ridicola e vecchia. Ricorda i thriller del nord Europa, ma con quel sapore di mediterraneo … Insomma Roversi ha scritto un thriller europeo.

Lo ha scritto con una protagonista che trovo geniale, ma soprattutto normale Gaia Virgili che adesso è nell’Europol e deve, insieme a Cabrera, formare la sua squadra. La profiler di Roversi, in alcune situazioni ricorda molto il metodo deduttivo di Holmes, ma lo fa senza esagerare ed esasperare la sua figura. Lo scrittore la mantiene sotto il livello di normalità, non le addossa macigni millenari di problemi, non l’ha creata infallibile.

Roversi ha creato una persona normale, che sa fare il suo lavoro… E anche solo questo si distacca dai personaggi tipici del genere italiano o americano.

Ma la cosa più sorprendente del romanzo di Roversi è che, pur sapendo il lettore chi sono i colpevoli, rimane con il fiato sospeso fino alla fine. E questo succede solo quando si sa gestire il thrilling. Si perché il romanzo di Roversi ha come base una storia vera, una rapina che è successa veramente. 

Un thriller perfetto e dalla costruzione difficile e sapiente. E quando si parte dalla verità, da qualcosa di conosciuto è sempre difficile creare la suspense, ma Roversi ci è riuscito. Se devo cercare qualcosa di negativo nel romanzo, che poi non lo è, è che si è bruciato nell’inizio una bellissima idea per un altro thriller.

Un romanzo da leggere e da farsi travolgere dagli avvenimenti.

TRAMA

Che cosa collega il rapimento di un’antropologa a Parigi con gli omicidi di un banchiere a Milano e di un finanziere saudita a Nizza? Sono tutti eventi in preparazione di quella che diventerà “la rapina del millennio”, progettata da un collettivo hacker internazionale che si fa chiamare FaceLess. L’indagine viene affidata alla profiler Gaia Virgili, da poco a capo di una squadra investigativa dell’Europol, con sede a L’Aia. Ad aiutarla ci saranno Dominic Lamarque, commissario di polizia della brigade criminelle di Parigi con un passato nella legione straniera, il catalano Cesar Cabrera, ex Mossos d’Esquadra, e Gil Fontain, ingegnere ed esperto d’informatica, che sarà l’arma in più contro gli hacker di FaceLess. A loro, inoltre, si affiancherà Jack Durrell, ambiguo agente statunitense della National Security Agency, con un passato nella CIA e tanti segreti da nascondere. La squadra dell’agente speciale Virgili si metterà prima sulle tracce dei responsabili degli omicidi e poi dei rapinatori, in quella che ben presto si trasformerà in una sorta di partita a scacchi internazionale con un avversario astuto e “invisibile” soprannominato Defoe. Un’indagine mozzafiato, un thriller ricco di colpi di scena, dal finale sorprendente e inaspettato… Black Money si ispira alla storia della più grande rapina mai avvenuta a livello mondiale, realmente accaduta nel 2013, che ha fruttato ai banditi oltre 45 milioni di dollari dopo che erano riusciti ad hackerare i sistemi di sicurezza delle banche e a rapinare in contemporanea – con un’audacia e un sincronismo impressionanti – migliaia di sportelli bancomat sparsi in ventisette stati del mondo.