ANNA & SEYMOUR, L’AMORE DI UNA VITA
di MANUEL FIGLIOLINI
Dovremmo tutti vivere un amore come quello tra Anna Blume e S.T. Baumgartner? Quando si chiude l’ultimo romanzo di Paul Auster “Baumgartner” quello che più rimane incollato alle dita e ai pensieri è questa bellissima storia d’amore tra due persone che non sono la “metà della stessa mela” ma due frutti diversi che si completano, uno con la presenza dell’altro.
Anche se narrato dalla soggettiva di Baumgartner quello che pervade questo romanzo è il grande amore tra queste due persone che sembrano così diverse nell’affrontare il mondo, lei straordinaria, convinta nelle proprie idee, caparbia e innamorata. Lui, ordinario, semplice, capace di adattarsi alle situazioni per raggiungere il proprio scopo, spettatore e innamorato. Due anime che sembrano diverse e che si completano vicendevolmente.
Paul Auster ci racconta la vita di S.T. Baumgartner come se fosse una biografia sparsa, arrivando fino agli antenati del protagonista, partendo sempre dallo stimolo del ricordo di Anna, creando un continuo oscillare tra presente e passato, ma anche futuro attraverso l’amore di un uomo per una donna.
Tutto è Anna, ogni accadimento quotidiano riportano il protagonista alla loro vita insieme. Judith, il nuovo “amore” di Baumgartner, era un’amica di Anna, Beatrix, la studentessa, sta scrivendo una tesi su Anna … E tanto altro, tutto accade, tutto è fonte di analisi per Baumgartner perché parte e passa da Anna. Il suo vero e unico amore.
Oltre al grande amore, ti rimane addosso l’obbligo di vivere che Baumgartner prova, anche se sa che adesso è un trascinarsi verso la morte e lo si deve fare nel modo più normale e se anche la vita lo mette di fronte a delle decisioni altrui, lui le affronta passivamente. Sa che tutto quello che l’uomo doveva vivere era un grande amore, e quello lo ha avuto con Anna. Adesso è un cammino obbligato che si può addolcire con momenti piacevoli, ma che non trasmettono più quella voglia di vivere che trasmette un amore vero.
Paul Auster ci regala un flusso di coscienza, giusto nella consistenza breve ma molto intenso, pochi tratti, tanti accadimenti per delimitare il carattere dei due veri protagonisti: Seymour e Anna.
Il titolo assume un nuovo significato dopo averlo letto, non è il semplice cognome del protagonista, come può sembrare, ma è il cognome di una famiglia che viene da lontano ma che per lo scrittore sono Anna e Seymour. E attraverso gli occhi di quest’uomo arrendevole, non vediamo solamente lui ma anche lei che vive nei suoi ricordi, ma anche nei suoi scritti.
Un romanzo intenso, da leggere, da accogliere e farsi trasportare.
TRAMA
La vita di Seymour Baumgartner è stata definita dall’amore per la moglie Anna. Ma ora Anna non c’è più e Baumgartner si inoltra nei settant’anni cercando di convivere con la sua assenza. Dopo un romanzo-mondo come 4321, Paul Auster ritorna con un libro all’apparenza semplice e lineare, proponendo ai lettori il suo personaggio forse più simpatico ed empatico, un uomo che al termine della vita si interroga sulle cose essenziali, inciampando e andando a sbattere come in una vecchia comica malinconica.
Professore di filosofia, vedovo da dieci anni, Seymour Baumgartner non si è mai rassegnato alla perdita dell’amata moglie Anna, traduttrice e poetessa, e affronta la vita con un senso di straniamento e una certa goffaggine. Nonostante le malinconie e gli acciacchi dell’età, però, Baumgartner è una persona affabile e generosa. Possiede la saggezza di chi ha vissuto e sa quanto sono importanti i rapporti umani, che vanno coltivati con cure continue e una buona dose di ironia e di umorismo. Passando gran parte del tempo a lavorare nel suo studio, Baumgartner intreccia una buffa e disperata trama di relazioni con le persone che si affacciano alla sua porta, finché in un sogno, o visione del dormiveglia, incontra Anna, che gli rivela di essere bloccata in una terra di mezzo tra il mondo dei vivi e l’aldilà: è l’inguaribile nostalgia del marito a impedirle di concludere il suo ultimo viaggio. Per liberare Anna, con logica ineccepibile, Baumgartner decide di far procedere la sua vita e si butta in una relazione sentimentale con una loro vecchia amica. Ma questo è solo l’inizio di una serie di vicende imprevedibili e scatenate come solo Paul Auster, il virtuoso della «musica del caso», poteva immaginare. Perché ricordiamo certi momenti e ne dimentichiamo altri? Cosa resta di noi quando non ci siamo più?
Traduzione: Cristina Mennella
Baumgartner
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