Abbiamo sempre vissuto nel castello

Abbiamo sempre vissuto nel castello

Editore:

Published: 26/11/2020

Format: Brossura

ISBN: 9788845923661

L’ANGOSCIA CHE CI REGALA SHIRLEY JACKSON

di MANUEL FIGLIOLINI

“Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott’anni e abito con mia sorella Costance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare.”

Di solito non inizio mai una recensione con una citazione del romanzo. Ma con Shirley Jackson è inevitabile. Con Shirley Jackson è inevitabile non citare l’incipit dei suoi romanzi che sono la sua grande forza. Sono il patto con il lettore che si sviluppa in 4 righe e che ci promette un romanzo avvolgente e sconvolgente.

In queste poche righe la scrittrice ci racconta tutto quello che il lettore approfondisce nella lettura di queste giuste ed equilibrate pagine.

Shirley Jackson in 180 pagine ci racconta l’universo delle sorelle Blackwood e ce lo racconta come una catapulta. Ci racconta di un focolare, di una famiglia, di due sorelle che rimangono sole al mondo con lo zio. Tutto dall’interno della loro proprietà. Ci racconta di un mondo fuori che conosce quella casa e conosce quello che le sorelle Blackwood hanno fatto. Tutto dall’interno della loro proprietà.

Con la parola scritta la Jackson ci sa fare, con le idee lei ci va a nozze e sa, come deve formulare il tutto per portare il lettore nella claustrofobica proprietà delle sorelle Blackwood. Sa far crescere l’angoscia tra quelle pagine che si susseguono con un moto costante, senza eccessivi colpi di scena (forse due o tre in tutto il romanzo), ma colme di sviluppi psicologici che delineano i caratteri delle due protagoniste.

Shirley Jackson in questo romanzo (come ne La Meridiana) ci racconta come la casa sia il nido del male che crea, alleva e protegge. Ma ci racconta anche come il male sia un artefatto del punto di vista, e ci troviamo difronte ad un amore che genera male.

TRAMA

“A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce”; con questa dedica si apre “L’incendiaria” di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i “brividi silenziosi e cumulativi” che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo “La lotteria”. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai ‘cattivi’, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

Traduzione: Monica Pareschi

 

5.0Overall Score

Abbiamo sempre vissuto nel castello

L'ANGOSCIA CHE CI REGALA SHIRLEY JACKSON di MANUEL FIGLIOLINI "Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott'anni e abito con mia sorella Costance. Ho sempre pensato che con un pizzico di ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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