L’ANIMA BRUCIA NEL GELIDO INFERNO DI STOCCOLMA
Fosco, turgido e terribile è il seguito di 1793 e le emozioni che evoca sono addirittura superiori al suo fratello maggiore.
Su al castello si vedono strane luci alle finestre: apparizioni dall’Aldilà, sostengono alcuni, soltanto fiamme dietro i vetri colorati, dicono altri. I paggi spettegolano: il barone è spaventato, anche se passa le sue giornate a oziare con i cortigiani, ornati come pavoni. In mancanza di meglio parla con i morti, organizza ogni sera sedute spiritiche. Esperti di magnetismo, spiritisti, chiaroveggenti: sono tutti benvenuti al castello quando cala la notte.
Chi è, in realtà, l’ultimo discendente dei Tre Rosor? Davvero i suoi momenti bui in cui cade in una sorta di violento delirio, sono così incontrollabili? E chi sono le persone che gli girano attorno?
Tra pazzia, isole caraibiche, schiavismo, viaggi via mare da e per la Svezia e tanti misteri, ritroviamo una vecchia conoscenza – lo sbirro Mikel Cardell – ormai ridotto alla totale indigenza ma obbligato dalla sorte a risolvere un altro efferato delitto.
Questa volta è solo: l’amico Winge, magistrato acuto e uomo infelice e sfortunato, è sepolto fianco a fianco dell’ultima vittima di cui hanno scoperto insieme identità e assassino, ma Cardell sembra spinto in questa nuova indagine dalla mano sicura e protettiva del compagno scomparso.
Ma le sorprese non finiscono qui: il romanzo racchiude un altro racconto parallelo, ma coincidente col primo. Si riaffaccia la figura della giovane Anna Stina, l’infelice ragazza che avevamo lasciata incinta e rasserenata dall’intervento “angelico” di Cardell nel libro precedente. E siccome le cose non vanno mai lisce come vorremmo, Anna è di nuovo in grosse ambasce ed è costretta a rivolgersi ancora al suo protettore per farsi dare una mano. La prova che l’aspetta è da brividi, naturalmente.
Un topo arriva dalla cantina, attratto dal rumore e dal suo profumo, Anna Stina lancia un urlo quando avverte il muso contro la punta delle dita. L’urlo è sufficiente per spaventarlo e metterlo in fuga, ma lei conosce i fratelli grigi e sa che la dilazione è solo momentanea. E’ calda e florida, completamente diversa dalle botti di carne salata e secca o dalle rape marce. Presto il sorcio tornerà, prima da solo per avidità, ma di lì a poco in compagnia di altri che hanno annusato il suo segreto. Le braccia che ha allungato davanti a sé nel buco sono la sua unica difesa: se lascia che una scivoli via il suo viso rimarrà scoperto, alla mercé di denti e artigli.
Stoccolma, purulenta e avvolta nel fetore della miseria sembra voler inghiottire tutti i suoi figli derelitti, ma c’è un fuoco, una luce di giustizia, speranza ed altruismo che brucia nel cuore di Mikel e che pare poter confortare il lettore, sempre più sgomento di fronte a tanta miseria morale e materiale. Purtroppo, però, la vita spesso come il fuoco brucia ideali e buone intenzioni, lasciando solo cenere tra le mani.
Libro bellissimo, davvero ricco di significati ed immagini potenti, scritto con l’usuale maestria ed impostato in maniera perfetta. C’è tutto: Storia, psicologia, delitti, alcuni personaggi davvero indimenticabili e tanto, immenso, incommensurabile dolore.
La nostra recensione di: 1793
Traduzione: Gabriella Diverio, Barbara Fagnoni, Stefania Forlani
Editore: Einaudi
Anno: 2020