Inizio questa recensione facendo subito “outing”. Io faccio parte di quegli 80 milioni di lettori nel mondo, che letta l’ultima pagina del terzo capitolo della trilogia Millennium, “La regina dei castelli di carta”, ha provato tristezza e profondo scoramento all’idea che l’autore, lo svedese Stieg Larsson, non avrebbe potuto continuare il progetto da lui immaginato (altri cinque volumi con protagonisti l’haker informatico Lisbeth Salander e il giornalista Mikaeil Blomkvist). Infatti all’età di soli 50 anni un infarto ha stroncato la vita dell’autore, portandosi via il suo talento e la capacità di tenere con il fiato sospeso milioni di lettori. Larsson è diventato, come i suoi personaggi, un eroe epico: morto nella redazione del suo giornale, senza conoscere il successo che i suoi libri hanno ottenuto mentre faceva quello che sapeva più fare, scrivere.
Con queste premesse la notizia che ci sarebbe stato un seguito e che un altro autore avrebbe assolto il compito, non facile, di riportare sulla carta i personaggi larssoniani ha scatenato tantissime polemiche, molte critiche ma soprattutto trepida attesa e tanta curiosità (come nel mio caso) da parte dei fedelissimi lettori della trilogia di Millennium, nell’ordine “Uomini che odiano le donne”, “La ragazza che giocava con il fuoco” e “La regina dei castelli di carta” (nelle librerie in Italia grazie a Marsilio dal 2007).
“Quello che non uccide” (“The Girl in the Spider’s Web” in originale) di David Lagercrantz, ottimo giornalista e autore di una biografia best seller di Zlatan Ibrahimovic e di un libro sul matematico Alan Turing, è uscito in contemporanea mondiale il 27 agosto , edito da Marsilio Editore in Italia come i precedenti volumi di Millennium. Guardando le classifiche di vendita dei vari paesi in cui è stato pubblicato sembrerebbe non deludere le aspettative dei tanti lettori larssoniani.
Il libro è stato congeniato con un format molto simile ai precedenti: un introduzione abbastanza lunga con descrizione di ambienti, tematiche e personaggi minuziosa che a volte risulta noiosa ma indispensabile per comprendere il contesto politico e culturale in cui si muove la trama; una fitta rete di misteri e intrighi a livello di centri di potere internazionali, molte tematiche sociali delicate come la violenza sui più deboli e l’autismo infantile, l’impatto delle nuove tecnologie sulla vita di tutti giorni e l’attualissimo tema della privacy in una società sempre più simile a quella di “orwelliana” memoria del Grande Fratello. Infine ritroviamo la presenza di tutti i personaggi chiave conosciuti nei libri precedenti: il sempre leale Holger Palmgren, Plague della Repubblica degli hacker, il commissario Bublansky, Erika Berger socia e grande amore del giornalista Mikael Blomkvist, e infine lei, la ragazza tatuata …uno tra i più belli e originali personaggi femminili creati nella letteratura contemporanea, la donna che odia gli uomini che odiano le donne: l’hacker informatico Lisbeth Salander, colei che per storia personale ha il destino di dover vendicare e proteggere i più deboli incrociati sul proprio cammino. Ed è con questo personaggio che Lagercrantz supera a pieni voti il compito che si era assunto, offrendo un omaggio affettuoso e rispettoso al lavoro di Larsson.
Fin dalle prime pagine in cui ritroviamo Lisbeth, la sensazione è di non averla mai lasciata, anzi durante l’incalzare degli eventi il personaggio di Lisbeth sembra svelare dei lati che Larsson aveva sapientemente tratteggiato, lasciando al lettore il compito di riempirli con la sua fantasia e che Lagercrantz ha abilmente approfondito. Lisbeth torna più arrabbiata che mai, con la voglia di smascherare quei cattivi che usano le potenzialità di programmi di intelligenza artificiale a favore di meschini interessi personali, attraverso le sue competenze di hackeraggio: Lisbeth ci conduce negli abissi più profondi di noi stessi, ci mette di a nudo di fronte a temi e dilemmi etici: chi di noi davanti a milioni di ingiustizie e soprusi ai danni delle categorie dei più deboli non ha sognato almeno una volta nella propria vita di trasformarsi in un superEroe o eroina (magari come quelli dei fumetti della Marvel, supercitati in questo romanzo) e vendicare proprio i soggetti che lo Stato e la società civile dovrebbe difendere e che troppo spesso invece ignora? Magari introducendosi nel sistema di uno dei più potenti sistemi di spionaggio del traffico internet e telefonico e lanciando nel web una frase come questa: «Chi sorveglia il popolo alla fine sarà sorvegliato dal popolo». La sensazione dopo aver chiuso l’ultima pagina di questo libro è che ci sarà ancora tanto da raccontare tra Salander and Blomkvist, aumentando le probabilità di vedere edito un quinto episodio della saga Millennium.
Traduzione: Cangemi, De Marco
Edizione: Marsilio
Anno: 2015