Antonio Pozzi era uno di quelli cui dello smog non importava nulla. Pensava alla sua villa, lui, il coronamento dei suoi sogni: due piani da centocinquanta metri quadrati ciascuno dominanti un prato all’inglese, sul quale avrebbe piantato una magnolia, una palma, un salice piangente e un albero di cachi. Un vialetto di ghiaia avrebbe condotto dal cancello alla porta d’ingresso. Sul retro, l’orto e un boschetto di alberi da frutta avrebbero coperto quasi mezzo ettaro di terreno. L’aveva realizzato lui stesso, quel cancello, con le sue mani, in ferro battuto. E sulla sommità aveva saldato le proprie iniziali, una A e una P ricoperte di smalto dorato. Un po’ sullo stile del cancello che compare in “Citizen Kane”, anche se lui il film di Orson Welles non l’aveva mai visto.
Alessandro Bastasi è tornato e lo fa con un giallo che parte da molto lontano, dal 1965. A Milano, quell’anno, successero molte cose, positive per molti e negative per pochi. Il 24 giugno al Vigorelli di Milano arrivarono i Beatles, evento unico, e sempre lo stesso anno scomparve Angela Pozzi. Guido Barbieri, un giovane dalle grandi speranze visse tutti e due quegli eventi senza sapere che gli avrebbero sconvolto anche la contemporaneità. 2015, la villa tanto desiderata da Antonio Pozzi viene, dal figlio, venduta. Durante gli scavi di demolizione vengono ritrovate delle ossa umane, e più precisamente i resti di Angela Pozzi scomparsa nel nulla 50 anni prima. Guido Barbieri, che in gioventù rimase ammaliato dalla bellezza di Angela, rimane sconvolto dalla notizia e insieme, all’intraprendente figlia giornalista, Laura si ritrovano ad indagare sulla verità.
La storia è classica, la trama detta così potrebbe sembrare banale ma è qui che si nota la qualità del scrittore Bastasi che riesce, con piccoli dettagli, piccole descrizioni, particolari importanti a dare un tono diverso che riesce ad uscire dall’ovvietà. Non posso aggiungere altro perchè il vero colpo di maestro sta nella risoluzione del caso, sorprendente e “sociale”. Bastasi lascia il noir precedente per un giallo ma, al di là della trama pura e semplice, Alessandro riesce ad immergerci in un contesto sociale preciso quello di un epoca ridente per l’Italia, quella del boom economico.
La costruzione del romanzo è scorrevole e costellata di suspense che inducono il lettore verso il finale sorprendente, un finale che lascia il lettore immerso in una riflessione che parte dal lontano, non troppo, 1965 ed arriva fino ad oggi. Alessandro rimane nelle retrovie e dà voce ai suoi personaggi e ai sentimenti, ed è con i sentimenti che Bastasi crea il distacco con il suo precedente libro, in “Era la Milano da bere” le righe del romanzo trasudavano odio, foto di un momento di crisi che ha accresciuto l’astio e la sfiducia nel prossimo. In questo romanzo Alessandro crea, invece, un filo d’amore che percorre tutto il romanzo e tutti i protagonisti, amore carnale, amore per la vita, amore nell’altro.
Il cambio di rotta di Bastasi non delude i suoi lettori e ci mostra un volto diverso dello scrittore e della sua capacità di creare mondi diversi.
Musica consigliata: Edith Piaf, vi domanderete perchè lei … scopritelo leggendo l’ultimo romanzo di Alessandro
Editore: Fratelli Frilli
Anno: 2017