CONFESSIONI TRA UN MARESCIALLO ED UN GIOVANE
Pietro Fenoglio, un carabiniere non lontano dalla pensione, e Giulio, un ventenne curioso e sensibile, fanno amicizia durante le sedute di fisioterapia. Nei loro incontri all’inizio parlano di libri, poi cominciano a confidarsi sempre più a fondo. Il ragazzo fa molte domande e Fenoglio, dopo aver valutato che Giulio è un interlocutore che “vale la pena”, parla di se stesso, di come si è arruolato e di molte sue indagini .
Partendo dalla descrizione dell’indagine investigativa il dialogo giunge a momenti di riflessione sulla vita e su concetti come la coscienza, il pregiudizio, l’ascolto. Nel racconto del maresciallo non emerge un investigatore spaccone, sempre vincente, o supereroe, ma una persona vera e semplice che si impegna, pensa a fondo, anche fuori dai soliti schemi, e cerca di fare al meglio il proprio lavoro giorno per giorno .
L’impasto delle buone indagini è fatto di errori, improvvisazione e, appunto, fortuna. Una delle differenze tra gli investigatori bravi e quelli mediocri sta in questa consapevolezza. Il bravo investigatore sa che la fortuna è importante e cerca di mettersi nelle condizioni perché gli eventi propizi siano più probabili……
Il libro è un manuale della buona indagine, di come dovrebbe essere eseguita e di come, purtroppo, spesso, non avviene per fretta, superficialità , per l’insicurezza dei testimoni e per le confessioni estorte al sospettato.
Il Romanzo di Carofiglio racconta anche di un’amicizia che può nascere tra due persone di età diverse, ma sensibili e profonde. L’insicurezza del giovane Giulio, che non riesce ad immaginare che cosa farà nella sua vita, è stata vissuta in gioventù dal quasi sessantenne Pietro che avrebbe voluto diventare giornalista o scrittore e solo per una serie di circostanze è diventato un carabiniere. Fenoglio ha saputo imparare dai suoi colleghi, osservando pazientemente e senza saltare subito alle conclusioni; ha messo sempre in discussione le proprie convinzioni, non rimanendo vincolato ad uno schema fisso . La sua personalità così saggia e pacata e i suoi consigli aiutano Pietro a credere nei suoi sogni e a sentirsi accettato e compreso.
Anche per Fenoglio l’amicizia con il ragazzo è un’esperienza positiva perché gli ha permesso di raccontare storie che non aveva mai detto a nessuno e forse sarebbero andate perse.
Il modo di porsi e di parlare dei due protagonisti potrebbe sembrare desueto, lontano dal modo convulso di vivere e di non-comunicare del mondo contemporaneo, ma da questi dialoghi così empatici emerge, oltre alla figura equilibrata di Fenoglio, alla quale ci affezioniamo subito,una fiducia ed una speranza nei giovani colti e intelligenti di oggi (non quelli che emergono dalle cronache negative dei giornali….).
Il libro è da non perdere e da rileggere spesso perché va a fondo nei sentimenti dei protagonisti ed è una bella storia di amicizia. La scrittura raffinata ed elegante di Carofiglio rende questo prezioso romanzo consigliabile anche a chi non ama il genere giallo.
Gianrico Carofiglio è stato magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole. Con quest’opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Mentre proseguiva la sua fortunata carriera letteraria, nel 2008 è stato eletto al senato con il Partito Democratico. Terminato il mandato parlamentare, Carofiglio ha deciso di dare le dimissioni dalla magistratura e di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Ha scritto numerosi altri romanzi, saggi e racconti. I suoi libri sempre in vetta alle classifiche dei best seller, sono tradotti in tutto il mondo.
Editore: Einaudi
Anno: 2019