TRA MOSTRI E BOMBE, LA MILANO DI CARCANO
Ci sono romanzi dove gli autori mostrano, sin da subito, tutti gli aspetti più significativi della storia, dove i giochi sono già chiusi, ancor prima di cominciare. Ma in realtà molti lettori e amanti del crime sono affascinati dal male oscuro, dalle ombre, dal mistero e da tutti quei tasselli della storia che non si incastrano facilmente, perché quasi offuscati dalle parole. Al lettore piace osservare la paura e vuole essere sfidato dallo stesso scrittore nella ricerca del colpevole.
Fabrizio Carcano, con grande capacità, ci fa immergere nella storia. Con la sua scrittura osserviamo le immagini, ascoltiamo le parole e percepiamo il caldo e il freddo di una Milano di altri tempi, ma non così lontani da oggi. L’autore ci fa tornare in un momento storico particolare, in un periodo buio della storia italiana. Un venerdì di dicembre, come tanti. Un pomeriggio, come tanti. Milano corre per diventare una grande città, ma viene improvvisamente colpita al cuore. Venerdì 12 dicembre 1969: una bomba esplode nella banca dell’Agricoltura. Molti la chiameranno “la madre di tutte le stragi”.
Qui, tra la paura e i timori di nuove bombe, una mano solitaria inizia a colpire e dissemina la morte tra le vie milanesi. Nessuno parla di quella serie di omicidi apparentemente slegati gli uni dagli altri. Sono solo delle “lucciole”, donne invisibili agli occhi di tanti, che muoiono una dopo l’altra in un modo atroce e devastante per opera del male.
Lo sferragliare del tram echeggia dietro i palazzi, Milano continua tranquilla nel suo tran tran quotidiano. Del resto mica è scoppiata una bomba come in piazza Fontana.
È l’autore che ce le fa conoscere piano piano e con rispetto, perché la loro vita si perde nella “grande” Milano, dove sono proprio i milanesi a essere indifferenti alla loro morte. Ma un commissario, a volte stravagante, solitario, perso nei ricordi e con la voglia di cambiare vita, si ritrova, obbligato, a indagare e a entrare nella vita di queste donne di strada. Come ci insegna la criminologia: per identificare un omicida sequenziale bisogna conoscere le sue vittime. In questo Fabrizio Carcano è un maestro. A piccoli passi entriamo nella storia di queste donne, ma anche in quella del loro assassino.
…le pulsioni, le ossessioni, le depravazioni, che si trasformano in violenza e armano la mano di un essere umano.
Nella lettura del libro cresce sempre più l’angoscia, l’ansia, non si percepisce un finale, sembra che non vi siano elementi che possano far identificare il mostro, ma lui è sempre lì. Questo libro si legge velocemente, come tutti quelli scritti da Fabrizio Carcano. Lo stile è semplice e tecnicamente perfetto. Non ci si annoia, anzi si vive il racconto come se noi stessi fossimo lì a osservare “il mostro di Milano”.
Editore: Mursia
Anno: 2017