QUALCOSA DI NUOVO ALL’OMBRA DEL THRILLER
C’è lo Sciacallo, Flavio, Tommaso, Mimì e tanti altri personaggi in questo romanzo di Antonio Lanzetta e nessuno è superfluo e tutti ti entrano sottopelle lasciandoti delle cicatrici, le stesse dei protagonisti. Le cicatrici, a differenza delle rughe, ti ricordano il passato ma riescono a riportarti in un momento preciso della tua vita.
E come per le cicatrici, Damiano Valente per racapezzarsi in un complicato caso d’omicidio deve tornare nel passato del suo territorio, ma non in un momento qualunque; nel 1950, quando tutto è cominciato.
Un viaggio in tre tempi che partono in momenti precisi per i protagonisti, nel 1950, nel 1987 ed oggi, quando tutto si ricongiunge in una quadra fatta d’intrighi, onore, dignità e passati noti ed ignoti. Un viaggio nel Cilento che attraversa le società longitudinalmente dalla terra ai palazzi.
Antonio Lanzetta crea delle ambientazioni fatte di personaggi e come diceva d’Annunzio: ” Nessuna casa è così piccola che non la faccia grande un magnifico abitante”, e i personaggi di Lanzetta fanno questo, rendono grande il luogo dove si muovono. Con la loro fisicità, il loro carattere e la loro personalità contamina l’ambiente che li circonda.
Il freddo le strisciava addosso come una cosa viva. Sulla pelle, lungo le braccia, avvinghiato alle gambe nude. Lacerava la carne, i muscoli, scavando solchi nelle ossa. Il freddo era consapevolezza. L’idea che, se anche avesse lottato, se lo avesse desiderato con tutte le forze, non sarebbe potuta tornare indietro.
La molteplicitá di personaggi, gli spazi temporali lontani ma non troppo aiutano lo scrittore nel creare una suspense che Lanzetta non smorza, anzi alimenta con ricordi e gesti alzando nel lettore la curiosità e la voglia di capire dove tutto questo convoglia. La scrittura pulita e reale cedono tutto alla fantasia del lettore, come nei grandi romanzi. Antonio Lanzetta ci accompagna al centro del romanzo e da buon scrittore thriller, lì ci abbandona e ci lascia in balia dei nostri sentimenti e delle nostre parole, perchè a quel punto ti sembrerà di scriverla quella storia.
Lanzetta è stata una felice scoperta, ma è stata anche la casa editrice per me una lieta conoscenza, una delle poche che si prende cura dei propri scrittori. Da cosa lo si capisce? Una stampa pulita e senza un errore, un refuso, una sbavatura … Questo è vero rispetto per il lavoro dello scrittore. Buona lettura.
Musica consigliata: “Mio zio” di Carmen Consoli, un po’ per i temi, un po’ per i sapori … un po’ perché ci sta bene
Editore: La Corte editore
Anno: 2018