SACRILEGI, ODIO RAZZIALE E DELITTI IN SICILIA
Nel Convento dei Cappuccini di un paesino siciliano l’imponente crocifisso viene deturpato a colpi di mazza. In seguito altri atti vandalici sono attuati e poi rivendicati da un gruppo estremista islamico.
L’odio razziale e l’intolleranza religiosa esplodono nella cittadina con violenza crescente, finché non ci scappa il morto.
Il commissario Falzone ed il vicequestore Bertolazzi, prossimi al trasferimento per presunti motivi disciplinari, sono incaricati delle indagini. I due poliziotti sono una squadra perfetta, anche se talvolta in disaccordo nel metodo di indagine. Falzone, nonostante i suoi problemi familiari, agisce sempre in modo equilibrato, il suo amico Bertolazzi è scorbutico ed irascibile.
A Falzone non piaceva dare ordini, anzi lo detestava, infatti ogni frase era preceduta o seguita da un “per favore”, ma nonostante questo restava un bravo poliziotto, specializzato, come diceva lui stesso, “nell’indagare”. Questa eccellente peculiarità, unita alla sua modestia, gli faceva avere la stima di ogni collega.
Il caso è assai complesso e le pressioni che i due poliziotti ricevono dal Questore, dal Cardinale e dalla stampa sono molto forti. Le accurate indagini proseguono comunque senza sosta e, passo dopo passo, Falzone e Bertolazzi trovano il colpevole e chiariscono i punti oscuri della vicenda.
Il libro è scritto molto bene, con uno stile personale e spontaneo ed una vena ironica che si evidenzia nei dialoghi vivaci, arricchiti da efficaci frasi in siciliano, facilmente comprensibili da qualsiasi lettore.
La storia è appassionante, a tratti pungente, toccante e divertente. Non ci si annoia mai e si riflette su temi attuali quali la discriminazione razziale, l’intolleranza religiosa ed il terrorismo internazionale.
Particolare è anche il tema dell’arte sacra a volte troppo cruenta e lugubre che intimorisce i fedeli, invece di avvicinarli a Dio.
Quando presi servizio in questa parrocchia non potevo rassegnarmi all’idea di essere circondato da una caterva di raccapriccianti immagini sacre. Ovunque volgessi lo sguardo c’era sempre un Cristo insanguinato, o una Madonna Addolorata con i suoi bei pugnali piantati nel petto…
I personaggi principali sono così ben tratteggiati e realistici che ci si immedesima nei loro panni e si entra nel cuore nella storia ; quelli secondari, sempre ben caratterizzati, sostengono perfettamente i due protagonisti : non sono macchiette (alla Catarella), ma persone vere.
Il libro è una ristampa dell’edizione del 2011, in una nuova edizione arricchita dai fumetti di Niccolò Pizzorno che illustra con stile personale e moderno le scene principali del romanzo.
Consiglio questo bel romanzo ambientato in Sicilia a tutti i lettori che cercano autori di valore, diversi dai soliti nomi, nel vasto panorama del giallo italiano e attendo con ansia un nuovo romanzo con Falzone e Bertolazzi.
Ivo Tiberio Ginevra vive a Palermo. E’ direttore della casa editrice I buoni cugini editori che pubblica principalmente opere introvabili, salvando dall’oblio autori come Luigi Natoli.
“Gli assassini di Cristo” è stato il suo primo libro nel 2011, seguito da “Sicily Crime” (2012).
L’ultimo pubblicato è “Guarda come si uccide” (2015), che ha inaugurato la collana “Sbirri e sbirrazzi”.
Editore: I Buoni Cugini
Anno: 2019