EVITANDO DI SCIVOLARE NEL RIDONDANTE

di MANUEL FIGLIOLINI

I topoi ci servono per inserire un romanzo in un genere, nel genere thriller c’è un topos ricorrente (se no non lo sarebbe) e oserei dire fondamentale per rientrare nella categoria ed è l’inganno.

L’inganno che lo scrittore architetta con la storia per poter depistare il lettore e accrescere in lui la suspense.  E Riley Sager fonda tutta la trama del suo romanzo su un continuo inganno che non termina nemmeno con la fine del romanzo … Sembra quasi non terminare neanche nella testa del lettore.

Una storia semplice, con pochi personaggi che si alternano all’interno di questa “camera (quasi) chiusa” architettata da Sager. Una famiglia nel 1929 viene sconvolta dalla tragedia, i genitori e la figlia Virginia vengono uccisi. Rimane viva solo la figlia Lenora che a seguito di ictus e avvicendamenti vari è paralizzata a letto riuscendo a muovere solo la mano sinistra.

Da qui, tutti i personaggi iniziano ad incastrare le loro vite in una giravolta che tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina. L’inganno cresce come una palla di neve che diventa valanga e si trasforma nel finale nell’ennesimo atto stupefacente.

Un romanzo molto interessante nella struttura, una parte narrata e l’altra battuta a macchina e anche quest’ultima cela un primo inganno che l’autore gestisce magistralmente. Senza farlo notare al lettore, tutta la responsabilità di comprensione ricade su di lui, investendolo così della possibilità di comprendere il finale oppure no.

Un romanzo veramente ben congeniato che mi ha fatto riappassionare al genere. Fino ad oggi li trovavo tutti simili e poco originali, in questo Sager riscopre un topos tipico del genere e invece d’ingolfare la trama con altri topoi, utilizza l’inganno e ci gioca fino alla fine.

Molto ben fatto anche il taglio dei capitoli che mantengono la suspense sempre molto elevata, si capisce che è stato scritto da qualcuno che mastica molto bene il genere e soprattutto lo legge.

PS: Si sente che lo scrittore ha letto i romanzo di Shirley Jackson.

TRAMA

Gli omicidi della famiglia Hope sconvolsero la costa del Maine in una notte del 1929. Sebbene la maggior parte delle persone ritenesse responsabile la diciassettenne Lenora Hope, la polizia non è mai riuscita a dimostrarlo. A parte la sua smentita dopo gli omicidi, non ne ha mai più parlato pubblicamente, né è mai più uscita da Hope’s End, la casa sulla scogliera dove avvenne il massacro. È il 1983 e l’assistente domiciliare Kit McDeere arriva alla villa per occuparsi di Lenora, sulla settantina e costretta su una sedia a rotelle. Negli anni, è diventata muta in seguito a una serie di ictus e può comunicare solo attraverso una vecchia macchina da scrivere. Una notte, le fa una proposta: raccontarle ciò che è successo veramente. Mentre Kit l’aiuta a scrivere gli eventi che hanno portato al massacro della sua famiglia, diventa chiaro che c’è molto di più di quanto si sia mai scoperto. Quando vengono alla luce nuovi dettagli sulla precedente infermiera, Kit inizia a sospettare che Lenora non stia dicendo tutta la verità e che la donna, apparentemente innocua, possa essere molto più pericolosa di quanto pensasse.

Traduzione: Raffaella Cesarini