CHI VINCE E CHI SOCCOMBE

di ANTONIA DEL SAMBRO

Nella Città degli Angeli narrata da Ellroy poliziotti corrotti, investigatori privati senza scrupoli, mafiosi, assassini, stupratori, maniaci sessuali, medici depravati, prostitute di ogni estrazione sociale, imprenditori cinematografici, politici di alto rango e star del cinema celeberrime o comparse completamente sconosciute si nutrono tutti alla stessa mangiatoia. 

Chi di cibo prelibato e raffinato conquistato con inganno e corruzione ad altissimi livelli, chi soltanto di briciole sottrarre con estorsione e malaffare, ma tutti, indistintamente mangiano allo stesso banchetto. 

Un banchetto che la Città degli Angeli apparecchia da sempre. 

Sarà per l’aria umida e ricca di salsedine che arriva dal mare, per le belle ville in stile che puntellano le colline, per i golf club coacervo di scambi illeciti e personale corrotto, per la mafia delle estorsioni e della droga che permea ogni fascia sociale, per il sogno mai spento delle luci della ribalta degli Studios, ma la Città degli Angeli sembra accogliere una umanità marcia fino al midollo ma bravissima a nascondere il tutto dietro una patinatura glamour pronta a sbriciolarsi appena il vento del mare soffia più forte. 

E così la morte misteriosa, sconvolgente e inaspettata della diva più grande di tutti i tempi, Marilyn Monroe, esacerba fino allo spasmo, le brutture, il marcio, il degrado, gli intrighi di potere, la corruzione di una città in cui le vite parallele di “incantatori” di mestiere si sfiorano, si sovrappongono, si intrecciano, distruggendosi o salvandosi a vicenda.   

Come in ogni capolavoro di Ellroy anche ne Gli incantatori non ci sono buoni o cattivi, i ruoli cambiano di pagina in pagina, i protagonisti sono tutto il contrario di tutto, le azioni più crudeli sono giustificate da un fine nobilissimo e quelle più apprezzabili originate, in realtà, da malvagità pazzoide. 

È Ellroy bellezza! Direbbe qualcuno. E lo si ama oppure no. Senza mezze misure.

Una scrittura schizofrenica, nervosa, brutale, estrema. Uno stile unico che chiunque abbia provato lontanamente a imitare ha fallito miseramente. 

Ne Gli incantatori come in tutti i romanzi dell’autore, il lettore, sommerso da personaggi e fatti del tutto reali e fiction purissima si lascia andare inevitabilmente alla trappola letteraria più antica del mondo: la verosimiglianza. E siccome non saprà mai se quello che sta leggendo sia accaduto sul serio o meno, resterà con il ragionevole dubbio in perpetuo. 

È questa la genialità assoluta di Ellroy. 

Questo ultimo romanzo, in particolare, è peggio di una droga. Non si riesce a smettere di leggere. E solo quando si arriva all’ultimo capoverso ci si chiede: cosa diamine ho appena letto! 

Ma a quel punto è troppo tardi e la dipendenza da Ellroy è entrata in circolo nel sangue.  

TRAMA

A Los Angeles è una notte afosa, quella in cui Marilyn Monroe muore di overdose e di solitudine. Lo stesso giorno la polizia libera una starlette che era stata rapita. Tra le due storie c’è un collegamento, così pensa un detective corrotto, con la passione per le droghe, maestro del ricatto. Quando si tratta di scavare nel torbido, la persona giusta da chiamare è Freddy Otash. Ha spiato Marilyn per conto di Jimmy Hoffa, il discusso capo del sindacato dei camionisti, e adesso dalla polizia lo incaricano di indagare sulla sua morte. Una cosa delicata, perché persone molto in alto, a Washington, potrebbero avere a che fare con la scomparsa dell’attrice più famosa del mondo. Per qualche oscura ragione, che forse c’entra con l’amore, Freddy decide di andare fino in fondo. Anche a costo di mandare in frantumi un’icona, anche a costo di trasformare in incubo il sogno della città degli angeli.

Traduzione: Alfredo Colitto