UN PUZZLE INTRICATO E INTRIGANTE PER IL COMMISSARIO VICTOR COSTE

di BARBARA MONTEVERDI

Si apre alla grande questo noir datato ormai di dieci anni e mai tradotto in italiano, colpevolmente. Per me, ormai lo sapete, Olivier Norek è come Simenon: non sbaglia un libro e sorprende sempre edificando storie solide, ma sorprendenti, ricche di suspense e personaggi indimenticabili.

In questo romanzo (il primo di una trilogia di cui vi terrò – volenti o nolenti – sicuramente informati) ritroviamo il commissario Victor Coste alle prese con un non-morto che lo lascia parecchio perplesso, intuisce subito di essere alle prese con un’inchiesta strana e minacciosa – deve fare i conti col passato attraverso messaggi anonimi che lo riportano indietro nel tempo e con qualche turn over di agenti all’interno della sua squadra, cosa che potrebbe causargli ulteriori grattacapi -, ma avanza silenzioso e criptico dandoci la sensazione di sapere esattamente dove andare a parare.

Beato lui, perché noi – invece – brancoliamo nel dubbio e ci dobbiamo affidare alla voce di Norek per venire a capo di questo garbuglio, fiduciosi come bambini presi per mano da un maestro benevolo e autorevole. Tutto ci verrà svelato, alla fine, con logica e calore umano, ne siamo certi e intanto stiamo qui, inchiodati col libro in mano, senza riuscire ad abbandonarlo.

Tutto come al solito, insomma. Così come medesima è la tensione e la curiosità di sbirciare oltre le spalle del nostro protagonista per capire ogni dettaglio, anticipare un colpo di scena, ma niente: Norek ci tiene sulla corda e le sue capriole letterarie ci lasciano sempre stupefatti e indifesi.

Differente è, invece, il passo del racconto: niente approfondimento psicologico dei personaggi, ma molta azione sia fisica che mentale, sembra quasi di vedere le sinapsi del cervello di Coste che si accendono e spengono come lucine di Natale impazzite. Il ritmo è certamente all’americana, ma l’ambiente è francese al cento per cento, sottolineato da uno slang molto accentuato e – inizialmente – di non facilissima interpretazione per chi non è madrelingua. Ma presto si prende il vento giusto e la lettura si scioglie senza creare ulteriori imbarazzi. D’altra parte il racconto è talmente denso di avvenimenti che il lettore è spinto da una curiosità quasi ossessiva e gli ostacoli si superano di slancio.

L’ultima parte è un crescendo di adrenalina accompagnata da scene cruente, ma mai gratuite: tutto ciò che Norek ci mostra è fondamentale per completare il quadro e se lo stomaco ogni tanto ci disturba è soprattutto per la consapevolezza di quanto sia facile superare i limiti della pietà umana.

Una storia classica, sebbene con punte di originalità, meno labirintica di altre del medesimo autore, ma molto ben costruita e credibile (purtroppo) nei legami tra affari, politica e forze dell’ordine che – nella migliore delle ipotesi – possiamo definire opachi e scivolosi e nella peggiore…..ai posteri l’ardua sentenza.

Un’ottima lettura coinvolgente e scritta con l’usuale maestria da un autore che ci riporta sempre coi piedi per terra, affrontando problemi ben reali e scottanti.

TRAMA

Victor Coste est capitaine de police au groupe crime du SDPJ 93. Depuis quinze ans, il a choisi de travailler en banlieue et de naviguer au cœur de la violence banalisée et des crimes gratuits. Une série de découvertes étranges – un cadavre qui refuse de mourir, un toxico victime d’autocombustion – l’incite à penser que son enquête, cette fois-ci, va dépasser le cadre des affaires habituelles du 9-3. Et les lettres anonymes qui lui sont adressées personnellement vont le guider vers des sphères autrement plus dangereuses… Écrit par un ” vrai flic “, Code 93 se singularise par une authenticité qui doit tout à l’expérience de son auteur. Mais il témoigne aussi d’une belle maîtrise des sentiments et relève un véritable défi en matière de suspense, dans un environnement proche et pourtant méconnu. Cette plongée inattendue dans un monde de manipulations criminelles au sein des milieux de la politique et de la finance nous laisse médusés.

Ascolta l’incipit in francese letto da Barbara: