I FIGLI SI AMANO, I NIPOTI SI ADORANO
In Puglia questo è un vecchio detto popolare che arriva dalla luce dei tempi quando i bambini nascevano già avendo i nonni in casa, a volte anche i bisnonni e quindi apprendevano da loro usi, costumi e ricevevano carezze, attenzioni e difese a spada tratta anche quando combinavano marachelle imperdonabili.
I nonni nella loro vita erano anche più presenti e partecipi degli stessi genitori.
Poi la società è cambiata, i nonni non sono più solo pensionati ma fanno a loro volta mille attività o comunque anche se a volte si prestano a fare da baby sitter preferiscono di gran lunga godersi il loro meritato riposto perché “hanno già dato”. Hanno lavorato, hanno cresciuto figli, a volte hanno fatto entrambe le cose per lungo tempo.
Questa nuovo mood di pensiero e azione ce lo ha anche Massimo, il protagonista indiscusso del nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, il quale da buon ex professore in pensione vuole godersi le sue giornate tra sole, mare e tranquillità. Lui, poi, è anche particolarmente avvantaggiato dal fatto che la sua unica figlia vive lontano, nel territorio di suo marito, ricco e importante imprenditore, e quindi torna a trovarlo con il nipotino Francesco, detto Checco, solo una volta all’anno.
Massimo è grato al Cielo per questa condizione. Deve fare il nonno solo per poche settimane e a lui va benissimo così. Ma la vita e il Fato a volte scombussolano più di una guerra ed ecco che un terribile incidente pone fine alla vita della figlia di Massimo e di suo marito. L’uomo è chiamato a raggiungere al più presto il nipotino rimasto solo e a fare da nonno a tempo pieno. E se questa già sarebbe la doppia tragedia nella vita dell’ex professore a metterci il carico da novanta ci pensa la tata straniera di Francesco e il commissario del luogo che si mettono a instillare il dubbio che l’incidente accorso alla famiglia di sua figlia non sia affatto un incidente. E quindi Massimo inizia a chiedersi inevitabilmente chi avrebbe potuto beneficiare della morte della famiglia di Cristina e perché, ma soprattutto occorrono delle indagini, e tocca a lui farle, davvero?
Maurizio De Giovanni con tempi e ritmi perfetti confeziona un romanzo sociale da dieci e lode presentando in maniera autentica e veritiera la parabola ascendente di un uomo che il Destino costringe a diventare qualcosa che non avrebbe mai immaginato di essere; costringe il suo protagonista soprattutto a parlare con sé stesso, lo inchioda a responsabilità emotive e sentimentali ancor più che a quelle legali e familiari. Il protagonista de L’equazione del cuore ricorda a tratti certi personaggi degli anni Cinquanta e Sessanta interpretati da Sordi nelle pellicole in bianco e nero; l’uomo medio e a tratti indifferente alla società e agli altri che a un bel punto della sua vita deve cambiare registro e “crescere”. Deve misurarsi con i suoi umanissimi difetti (apatia, indolenza, egoismo) e capire che c’è una ragione superiore a cui sottostare e forse da cui essere salvato.
De Giovanni cambia registro, ritmo, intensità ed emozione e “impone” ai lettori il romanzo che non si aspettano e che non sapevano di avere bisogno di leggere. Quello con una spruzzata di noir, un tocco di sociale, un richiamo a Pirandello e tanto tanto cuore.
TRAMA
Dopo la morte della moglie, Massimo, professore di matematica in pensione, vive, introverso e taciturno, in una casa appartata su un’isola del golfo di Napoli. Pesca con metodo e maestria e si limita a scambiare rare e convenzionali telefonate con la figlia Cristina, che vive in una piccola città della ricca provincia padana. A interrompere il ritmo di tanto abitudinaria esistenza la notizia di un grave incidente stradale: la figlia e il genero sono morti, il piccolo Checco è in coma. Massimo deve assolvere i suoi doveri. Crede, una volta celebrata la cerimonia funebre, di poter tornare nella sua isola, e lasciare quel luogo freddo e inospitale. Non può. I sanitari lo vogliono presente accanto al ragazzino che giace incosciente. Controvoglia, il professore si dispone a raccontare al nipote, come può e come sa, la “sua” matematica, la fascinosa armonia dei numeri. Fuori dall’ospedale si sente addosso gli occhi della città, dove lo si addita, in quanto unico parente, come tutore del minore, potenziale erede di una impresa da cui dipende il benessere di molti. Da lì in poi quanto mistero è necessario attraversare? Quanto umano dolore bisogna patire? Per arrivare dove?
L'equazione del cuore
I FIGLI SI AMANO, I NIPOTI SI ADORANO In Puglia questo è un vecchio detto popolare che arriva dalla luce dei tempi quando i bambini nascevano già avendo i nonni in casa, a volte anche i bisnonni ...