QUANDO LO INIZI NON PUOI SMETTERE!

Come nelle precedenti  puntate de I bastardi di Pizzofalcone, De Giovanni in modo magistrale intreccia più di un’indagine: una principale ed una secondaria. Ciò gli permette di far agire tutti i componenti della squadra in modo paritario ed equilibrato, ognuno con le sue peculiarità e con le ombre che vengono dal passato ma che stanno cercando di affrontare e superare insieme nel nuovo Commissariato.

La squadra si trova ad affrontare un caso di omicidio di un fornaio storico del quartiere: Pasquale Granato viene trovato morto ammazzato sugli scalini del retro della sua forneria. Questo delitto divide in due la Polizia: da una parte loro, i Bastardi, che sono prontamente intervenuti con Lojacono detto il cinese, che non riesce a non seguire il profumo di pane – quello “vero”, fatto ancora con il lievito madre, non quello “finto” che si vende nei supermercati – e dall’altra parte i poliziotti della DDA, coordinati dal Sostituto Procuratore più in vista della Città, il dottor Buffardi, famosissimo magistrato antimafia.

Lojacono da subito sostiene non si tratti di un omicidio di camorra: troppe cose non tornano e partire dall’arma di piccolo calibro utilizzata. La vittima era stata certo testimone di un fatto di criminalità organizzata accaduto nel quartiere e successivamente aveva ritrattato la testimonianza e la camorra non perdona, ma qui troppe cose non tornano. Lojacono riesce, quindi, a convincere la dottoressa Piras, con la quale ha una relazione segreta, e il suo superiore Palma del fatto che l’omicidio non è da ascrivere alla camorra.

La sfida è, quindi,  anche tra i due Sostituti Procuratori: da un lato appunto il noto Buffardi e dall’altro una granitica e aggressiva Piras che riesce a farsi delegare parte delle indagini per l’omicidio del fornaio. Contemporaneamente Aragona e Di Nardo si trovano ad investigare un alquanto strano caso di stalking, tanto che Serpico-Aragona non se ne farà capace quasi fino alla fine, infarcendo di battute ogni interrogatorio, allegerendo molto la storia. Pane è il quinto episodio della squadra de I bastardi di Pizzofalcone e qui si coglie la maturità che il gruppo ha acquisito indagine dopo indagine.

Mi piace sempre molto la contrapposizione che De Giovanni fa tra l’immagine del Commissariato nel suo complesso, di uomini duri e inflessibili, e l’esplorazione di ogni componente della squadra mettendo a nudo le loro debolezze, l’intimità e le loro paure, in  grado di coinvolgere  l’emotività del  lettore. Senza ombra di dubbio ritengo che sia l’indagine migliore che i Bastardi hanno affrontato, così come ritengo la serie la migliore di De Giovanni.

Inoltre la versione in audiolibro conferisce alla serie sicuramente un valore aggiunto: Peppe Servillo con la sua interpretazione riesce a rendere ogni personaggio vivo, umano, forte e debole allo stesso tempo. Impossibile non appassionarsi alle vicende de I Bastardi di Pizzofalcone!

Letto da: Peppe Servillo

TRAMA

Quanta vita, quante vite. E quanto buon odore di pane, in città. Se non ci fosse anche il delitto. Quando un omicidio divide in due le forze di polizia, il gioco si fa duro per i Bastardi. Da un lato ci sono loro, che seguono l’odore del pane. E del delitto. Ma dall’altro ci sono i detective della Dda, che sentono odore di crimine organizzato. A volte c’è bisogno di un avversario agguerrito, per riuscire a capire chi sei davvero. I Bastardi l’hanno trovato. E per dimostrare di essere i migliori sono disposti a tutto. Perfino a diventare davvero una squadra.