QUANDO LA REALTA’ SEMBRA FANTASCIENZA, E’ GRANDE LA FATICA DELL’UOMO
Ecco qui un ri-incontro: il vicequestore Luca Wu – italocinese o sinoitalico che dir si voglia, tanto sempre straniero in patria è- dovrebbe essere in viaggio privato coi nonni che vogliono tornare a vivere in Cina per gli anni che restano loro e, invece, si trova catapultato in una indagine contorta e adrenalinica, coi servizi segreti di Cina e Italia mobilitati per chiarire la morte di un imprenditore italiano, la Triade che ci mette del suo – ovviamente – e il mondo travolgente d’Oriente che pullula e palpita come un organismo unico e tentacolare.
In questo romanzo il lettore viene agganciato fin dalla prima pagina ed immerso nello sconvolgente mondo della Repubblica Popolare Cinese, un pianeta ai confini della realtà; così, mentre si attraversano città operosissime, iper moderne, stracolme di gente, suoni, odori, impariamo a osservare attentamente una realtà che ci è ignota (almeno alla maggioranza di noi) e non dovrebbe.
Da lontano intravediamo alcuni edifici in stile europeo. Il commissario li indica. “E’ il campus della Huawei. E’ diviso in dodici quartieri che riproducono città europee. Parigi, Oxford, Friburgo, Bruges. Ci sono anche Verona e Bologna” aggiunge, lanciandomi un’altra occhiata.(..) “Perché Verona e Bologna?” chiedo. E’ singolare che per l’Italia non siano state scelte Roma o Venezia. Il commissario non lo sa. Si è preparato ciò che doveva dire, ma non le risposte a domande specifiche. E probabilmente, per quanto conosce l’Italia, per lui una città vale l’altra. “L’intera zona copre una superficie di quasi un milione e mezzo di metri quadrati, e ci lavorano venticinquemila persone. Per spostarsi all’interno ci sono linee di tram.” “Impressionante” commento io. E’ la nuova Cina che i miei nonni, appena arrivati, non riconoscevano. Qui tutto è mostruoso e affascinante allo stesso tempo.
Intanto il giallo si sviluppa, ma di questo non parlerò per stimolare la vostra curiosità (e preparatevi ad una sorpresa degna di un uovo di Pasqua regalatovi da un amico piuttosto maligno), basti dire che sembra di assistere ad un film denso di inquietudine in un crescendo di violenza. Ma quel che conta davvero è l’aspetto umano: Luca Wu lotta con accanimento contro la sua doppia natura, cerca di assimilare le sue origini distanti come i chilometri che separano l’Oriente dall’Occidente, anzi come i secoli di sviluppo di due filosofie di vita apparentemente inconciliabili, ma fatica enormemente e non è detto che alla fine la spunti. Però è un abile poliziotto e il suo disagio personale non gli impedisce di portare avanti anche questa indagine, sebbene con molta sofferenza.
Romanzo originale e interessante, che si legge con piacere anche se sarebbe stato ancor più godibile senza i continui rimandi al libro precedente. Lo spiegar troppo a volte appesantisce il racconto e dimostra scarsa fiducia nelle doti sinaptiche del lettore. Ma nonostante questo peccatuccio, il racconto avvolge il lettore in atmosfere esoticamente inquietanti e lo lascia sperduto e sorpreso ad osservare l’ultima pagina, mentre si chiede: e adesso che faccio?
C’è poco da fare, in realtà, se non attendere il prossimo romanzo di Andrea Cotti per soddisfare tutte le curiosità.
TRAMA
Dopo l’ultima, sfiancante inchiesta, il vicequestore Luca Wu ha bisogno di riposo e di ritrovare se stesso: lo deve a sua moglie, Anna, che lo ha cacciato di casa dopo l’ennesimo tradimento, e soprattutto a suo figlio Giacomo. L’occasione per allontanarsi da Roma e dal commissariato di Torpignattara si presenta quando i nonni di Wu decidono di tornare un’ultima volta al loro villaggio di origine, Caoping. Ma a pochi giorni dall’arrivo, l’ufficio sicurezza dell’ambasciata italiana in Cina lo contatta per chiedere il suo aiuto su un caso molto delicato: un importante imprenditore italiano è morto precipitando dal diciassettesimo piano di un parcheggio a Wenzhou. Il sospetto è che si tratti di un incidente, ma qualcosa nella ricostruzione delle autorità cinesi non torna. Insieme alla poliziotta Yien Bao Yi, quello che sembrava un semplice contrattempo si trasforma in una corsa impazzita tra i locali controllati dalle Triadi, le stanze della politica e le fabbriche dei colossi mondiali della tecnologia. Un intrigo internazionale fatto di affari miliardari, depistaggi, omertà e lotte di potere nei territori più oscuri dell’Impero di Mezzo. Dopo la Roma multietnica de Il cinese, Andrea Cotti spedisce Luca Wu alla scoperta delle sue origini, e dipinge un affresco della Cina sospesa tra tradizioni millenarie e futuro accelerato, dove spesso il confine tra legge e crimine, tra colpevoli e innocenti è troppo sottile per essere individuato.
Se vuoi ascoltare l’incipit letto da Barbara:
L'impero di mezzo
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