ANGELI E ANTIEROI

Lo vedi questo stivaletto Giorgio? Racconta un sacco di fatti, eppure non parla. È di marca, è costato un bel po’ di soldi: ma è passato di moda, non se lo comprerebbe più nessuno. Chi ce l’ha, però, se lo fa piacere lo stesso, perché magari le condizioni della famiglia sono cambiate, magari non se lo può comprare, lo stivaletto nuovo della stessa marca. Allora lo porta da Samuele, che magari glielo rimette a nuovo.

Vivere e sopravvivere nella società del consumismo è solo uno dei tanti temi che tocca De Giovanni nell’ultimo libro dell’amatissima serie de I Bastardi di Pizzofalcone, insieme ce ne sono tanti altri che vanno dal superamento delle apparenze, al dover combattere lotte intestine perché ai vertici del potere sono arrivati fondamentalmente dei fessi raccomandati,  fino al tema onnipresente e onnipotente del Male che però l’autore tratta come condicio sine qua non per rendere gli antieroi di questa serie tra i personaggi più reali e umani di tutta la nostra letteratura di genere. 

I Bastardi hanno anche un altro potere, quello di rendere lo stile di De Giovanni diverso da quello che usa per tutte gli altri lavori e le altre serie, come se lui quasi non esistesse o non gli importasse di sottolineare a ogni pagina che è lui che scrive. I Bastardi parlano un linguaggio proprio e se ne infischiano di De Giovanni, delle regole classiche del poliziesco, delle tempistiche dei dialoghi e anche di cosa si aspetta il lettore. Essi sono. Come possono esserlo la luna o il cielo, il mare o le montagne, completamente disinteressati a chi parla di loro o a chi li guarda, perché la missione che devono svolgere va oltre il giudizio semplice di chi legge, la loro missione è raccontare la vita reale attraverso i loro occhi. Questa cosa può piacere o meno ma è chiaro che sposta il significato stesso di lettura. I Bastardi di Pizzofalcone serie letteraria è per i lettori veri, quella senza pigrizia, senza sonno, senza pregiudizi e che le immagini preferiscono costruirsele da soli. 

Angeli è una storia che conferma tutto questo e dove il difficile mestiere di vivere a volte può portarti anche a una morte violenta e a una indagine che deve essere fatta per ragioni narrative, ma che è solo un pretesto per parlare di molto altro. Ad esempio per parlare di come alcune persone possono illuminare e squarciare il buio e arrivare esattamente nel momento più giusto, del potere salvifico della solidarietà e del senso di giustizia, di umani troppo umani che accettando la loro condizione comprendono di potersi elevare e compiere anche qualche miracolo. 

Una scrittura diversa e una ispirazione potente quella di De Giovanni quando deve e vuole raccontare tutto questo, ma anche familiare e commovente, raccolta, come quel quartiere napoletano dove, pur tra mille cose da riparare e aggiustare, c’è sempre qualcuno che veglia su qualcuno come in un microcosmo perfetto e incomprensibile ai più. 

TRAMA

Aveva mani magiche, Nando Iaccarino, capaci di mettere a punto qualsiasi motore. Fuori della sua officina, pulita e ordinata più di una stanza d’ospedale, facevano la fila gli appassionati di auto e moto d’epoca, perché quello che gli altri avrebbero buttato, lui lo riparava, sempre. Sapeva prendersi cura delle cose, Iaccarino. Ora lo hanno ucciso, e tocca ai Bastardi di Pizzofalcone scoprire chi è stato. Anche se ciascuno di loro sta vivendo un momento difficile, anche se ognuno ha le sue angosce, i suoi dolori, i suoi segreti. Anche se i grandi capi della questura, che proprio non li sopportano, sperano ancora di vederli cadere. Come succede perfino agli angeli.