UN NOIR FIGLIO DEL LOCKDOWN
Il tutto mentre giornali e tv non facevano altro che presentare presidi e insegnanti entusiasti della nuova didattica a distanza e delle sue potenzialità, con le colleghe che postavano selfie che le ritraevano dinanzi allo schermo con i cuoricini degli alunni connessi, truccate come vallette tv.
Questa non è storia contemporanea. Questa è cronaca dei nostri giorni, attuale, precisa, quasi chirurgica. Anche le pulci prendono la tosse è sicuramente il miglior romanzo italiano dell’era Covid e Roberto Costantini non poteva essere più ispirato nel raccontare un momento sociale e storico come le nuove generazioni non ne avevano mai vissuto.
A fare da sfondo a un racconto che inchioda alle pagine e che fa riflettere, adirare e sorridere l’autore sceglie la provincia italiana più classica, quella che resterà sempre la medesima anche se l’uomo andrà su Marte o se verrà inventato il teletrasporto. Quella provincia che come scriveva intelligentemente e verosimilmente Guido Gozzano nelle sue poesie è in mano alle solite quattro o cinque personalità del posto tra cui il prete e il farmacista. Adeago, per la precisione, paesone della bergamasca, fatto da borghesi, lavoratori, operai, pensionati e nulla facenti.
La maggior parte gente comune.
Ma tra la gente comune spiccano quattro personaggi che all’affacciarsi della pandemia e dell’emergenza decidono che i giochi in quel pezzo di Italia li faranno loro, senza aspettare ordini o indicazioni né dall’altro, né da chiunque altro.
Il 19 febbraio 2020 verso le cinque, al Gran caffè Invernizzi, importante e pressoché unico punto cittadino di ritrovo di Adeago, si riuniscono intorno un tavolo per una partita a scopone le quattro personalità più importanti dell’intero paese: Santuzzo Orlando detto il Piscione per problemi di prostata, incaricato al comune delle pratiche edilizie, Salvatore Esposito detto il Prete per un passato come chierichetto e imprenditore indipendente del settore puttane, che mantiene con un tenore di vita da gran dame la madre e le tre sorelle zitelle, il Dentista Jacques Casiraghi laureato, unico lombardo di tutti loro, ricco, sempre vestito con abiti di gran marca, boss locale e strozzino a tempo libero e con un figlio farmacista, e infine Unghienere, al secolo Gavino Ortu, sardo gestore di slot machine.
Quella stessa sera a San Siro si gioca la Champions e l’Atalanta deve vedersela con il Boca. Partitona imperdibile che porta Casiraghi e tanti altri tifosi come lui nello stadio milanese. Al loro rientro anche il coronavirus arriverà ad Adeago e a fine febbraio dilagherà incontrollato, coinvolgendo tutti. Anche quelle persone comuni che da sempre, nel piccolo paese di provincia, conduco una vita più che comune.
A questo punto il racconto di Costantini diventa un vero e proprio noir. Una delle prove letterarie più riuscite durante il lockdown e che fa rabbrividire ogni lettore perché Bergamo e il suo territorio rimangono, di fatto, la vera ferita ancora aperta e sanguinante del nostro paese. Una narrazione come questa poteva essere scritta solo da un autore compiuto, un maestro della nostra narrativa, un osservatore attento che per tutto il lavoro ha evitato accuratamente ogni banalità, costruendo un grande noir, un romano “civile” che reterà negli annuali dell’editoria italiana e che va letto, tra le altre cose, perché come diceva uno altrettanto bravo, alla fine: “La Storia siamo noi”.
Le altre recensioni di Roberto Costantini: Ballando nel buio, La moglie perfetta, La trilogia del male
Editore: Solferino
Anno: 2020