UN ROMANZO SPIETATO COME UNA GUERRA
Undici passi di Giada Trebeschi è un ritratto crudo e dolente di come la brutalità della guerra possa compromettere l’integrità dell’essere umano. L’autrice, che ci ha abituato alle sue attente indagini di momenti storici cruciali e violenti, in questo romanzo riesce ad andare ancora più a fondo, immergendoci in una realtà di sconcertante durezza.
Molti di noi conoscono la Grande Guerra dai racconti dei propri nonni, ma quanti hanno veramente un’idea di quanto sia stata dolorosa e disumanizzante l’esperienza di trincea? Giada Trebeschi ci butta senza complimenti lì in mezzo. Ci fa sentire la fame, la paura, l’odore della morte. Lo fa con colori vividi, senza sbavature, mettendoci al fianco di un ragazzo che a suo modo tenta di difendersi, cercando di mantenere intatta la propria anima attraverso la sua arte. Il siciliano Emaniele Giuffrida sa infatti disegnare meravigliosamente e lo fa ovunque, come può, per ricordare a se stesso e ai suoi commilitoni di essere anche altro, rispetto al ratto di trincea a cui è stato ridotto.
Riusciamo così tanto a immedesimarci con lui, che appena Emanuele viene chiamato a lavorare nelle retrovie grazie alle sue doti di disegnatore, godiamo del suo stesso sollievo. Di più. Quando il ragazzo si ritrova davanti un suo compaesano, il gretto e prepotente Luigi, a cui per questioni di dote è stata promessa la ragazza che Emanuele ama, noi tifiamo per lui e ci auguriamo che il destino gli consenta una rivincita, permettendogli di mettere il rivale al suo posto e recuperare l’amore perduto.
Ma è a questo punto che si sparigliano le carte. Perché Luigi è colui che ha permesso a Emanuele di lavorare al sicuro, lontano dal fronte, e al momento opportuno pretende di riscuotere il suo debito di riconoscenza, costringendo Emanuele a fare una terribile scelta: vendere la propria dignità, o tornare a morire in trincea.
Da quel momento ci si trova ad assistere con sgomento a un forte cambiamento dell’atteggiamento del protagonista e a constatare come il male riesca a tirare fuori il peggio anche in un animo nobile. Dopo aver condiviso con Emanuele la discesa negli inferi della trincea, eccoci a vivere con lui i tormenti della sua coscienza, mossa soltanto dall’esigenza di sopravvivere a una morte sicura. Così, alla fine, la domanda nella mente del lettore rimane una sola: cosa avrei fatto io, se mi fossi trovato a compiere una scelta in una situazione così estrema?
Editore: Oakmond Publishing
Anno: 2019