L’ULTIMO CASO PER VANI SARCA
Dopo il comprensibile disappunto suscitato nel consiglio d’amministrazione della sua casa editrice dalla perdita d’un affare milionario, Eugenio Fuschi, il rampante direttore editoriale delle prestigiose Edizioni L’Erica, ha preso la porta e fatto perdere le proprie tracce, gettando nell’inquietudine i collaboratori di sempre: la fedele Antonia, segretaria e braccio destro e surrogato di madre in un’unica donna; la timida Olga, stagista precaria; il brillante Riccardo, autore di punta delle Edizioni e tombeur de femmes a tempo perso; e naturalmente la sbrigativa, pungente, insopportabile Vani Sarca, la ghostwriter in forza appunto all’Erica cui Fuschi deve, in sostanza, il proprio allontanamento.
Già, perché come s’è già detto è appunto per essersi rifiutato di avallare un’operazione potenzialmente molto profittevole – anzi, diciamolo, un vero e proprio colpaccio – per la casa editrice, ma altrettanto lesiva per la Sarca, che Fuschi – il cinico, arido Fuschi – ha gettato al vento una carriera tenacemente costruita in oltre vent’anni di logorante competizione aziendale…
Comincia così Un caso speciale per la ghostwriter, ultima avventura dell’atipica eroina torinese creata da Alice Basso, che stavolta si trova ad affrontare, oltre all’eventualità che il suo capo sia morto – Fuschi è uscito di casa senza portare con sé neanche un mazzo di chiavi e pare quindi essersi dissolto in un limbo impenetrabile dove non occorrono soldi né documenti né carte di credito… – anche una serie di destabilizzanti turbamenti emotivi: decisamente poco gradevoli per lei che (complice una madre anaffettiva e ipercritica e il suo stesso mestiere, creare nell’ombra capolavori altrui) ha fatto del lucido cinismo e del programmatico distacco emotivo gli irrinunciabili capisaldi della propria esistenza.
In quella che si rivelerà l’indagine forse più difficile e conturbante della sua vita – sebbene tecnicamente non proprio d’indagine possa parlarsi, visto che Fuschi s’è allontanato di sua volontà e nessuno ne ha ancora denunciato la scomparsa – Vani sarà affiancata dal nuovo compagno, il commissario Berganza, presenza discreta e sollecita a un tempo, e dalle non numerosissime persone di cui, volente o nolente, è andato via via componendosi il suo paesaggio sentimentale.
In primis, forse, la piccola Morgana, l’adolescente che abita al piano di sopra e che nutre per la misteriosa, affascinante vicina di casa un affetto pieno d’ammirazione (a Morgana si deve anche la bellissima poesia-canzone dedicata a entrambe di pagina 280) e la sua amica Laura; e poi Irma, “l’amica ottantaduenne ex cuoca che vive nella casa in cui ha servito per più di sessant’anni, ossia la villa in collina, sontuosa e al tempo stesso modesta (solo i torinesi ci riescono) della famiglia Giay Marin, stirpe ormai estintasi di stilisti d’alta moda”, che durante l’appuntamento fisso del tè del lunedì dispensa alle tre giovani ospiti stile, sagacia e calore umano; la sorella Lara, in fuga da un ex marito prevaricante e vessatorio e sommessamente intenta a ricostruire la bionda favolosa che è stata prima di conoscerlo; e una madre fantasma che compare solo per assenza, attraverso gli inesorabili inviti al pranzo della domenica che la ragazza puntualmente diserta, e che nei ricordi di Vani è solo una minacciosa fabbrica di frustrazione e senso d’inadeguatezza (ma che, nel finale, le riserverà l’ennesima, destabilizzante picconata emotiva…).
Un caso speciale per la ghostwriter è un giallo divertente ed emozionante: sebbene tutto sommato definirlo giallo sia forse un po’ riduttivo, trattandosi, al contempo, d’un vero e proprio romanzo di formazione che, pur non potendo per forza di cose parlare del coming of age della protagonista – che ha più di trent’anni e dunque nella vita c’è entrata da un po’, almeno anagraficamente – ne descrive però benissimo e in modo a tratti quasi commovente il coming of sentiment, l’irrompere d’emozioni e sentimenti fino a un attimo prima arginati e tenuti a bada con una certa dose di cocciutaggine e tuttavia alla fine destinati a prender campo, chissà, magari una volta per tutte, modificando irreversibilmente la geografia emotiva d’una delle eroine più interessanti degli ultimi anni.
Mi sembrava che ogni cosa fosse andata a posto / Poi come un mandala il vento ha scombinato tutto / Ho ingoiato sabbia rossa e non ho nascosto / Che è stato brutto. / Ma accada ciò che accada / Uragani su uragani, non importa / Soffieranno sulla strada / Noi li aspetteremo in piedi sulla porta. / Dopo tutto quello che di buono e bello abbiamo fatto / Dopo quello che è stato per me così perfetto / Dopo tutto il tempo strette fianco a fianco nel ritratto / Né uragani né tormente ci potranno fare niente… Né il futuro né il presente ci potranno fare niente. (canzone di Morgana, quindicenne inquieta e replica di Vani in versione micro).
Editore: Garzanti
Anno: 2019