Il respiro del sangue

Il respiro del sangue

IL THRILLER NELLE MONTAGNE ALTOATESINE E’ PIENO DI FOLLIA

Colpiscono subito la scrittura curata, scattante e i capitoli brevi, il che è un vantaggio nei gialli: se ci si interrompe, non si perde il filo. La storia è articolata, i personaggi sono originali e …c’è Freddy, un cagnone tutto pelo e sguardo dolce: momento relax tra un colpo di scena e l’altro.

E poi c’è una sorpresa. Diciamocelo onestamente: l’Alto Adige (dove è ambientato il racconto ) è un luogo stupendo, ma gli altoatesini ci mettono a disagio. La Storia li ha voluti legare all’Italia, ma non li sentiamo “nostri” e loro sanno e vogliono essere altro. Bene, in queste pagine troviamo un paesino montano dal nome impronunciabile in cui si incontrano alcune belle figure di quelle parti, soprattutto donne, agguerrite, intelligenti e perfettamente a loro agio in un biculturalismo senza frizioni, indossato come un vestito elegante, ampio e comodo.

Un bel regalo per il lettore che si inserisce in questa storia godendo del sottile, onnipresente, profumo dei boschi come un turista soddisfatto. E un modo, in questo racconto intagliato nel legno, per conoscere meglio un territorio che pare baciato dalla sorte e carezzato dalla follia.

Ma nella seconda metà del libro, l’aspetto “follia” diventa predominante, le atmosfere sono sempre più cupe e rarefatte e si perde quell’aria da camminatori montani della domenica per trasformarsi in attente e sospettose guardie forestali, pronte a reagire all’attacco di qualche aggressivo animale selvatico. Che è sicuramente nei dintorni.

Parecchio batticuore ed emozioni forti, soprattutto a livello psichico. Una bella sfida, vinta in scioltezza dall’autore.

Editore: Einaudi
Anno: 2019