DUE RACCONTI, DUE ANIME
Il Giorgio Faletti scrittore ha due anime. Da una parte c’è il giallista che maneggia con mestiere intrigo e suspence; dall’altra l’indagatore di incubi sul confine sottile tra realtà e fantasia. L’ospite, nella brevità del suo centinaio di pagine, le raccoglie tutte e due.
Il primo racconto, dal titolo L’ospite d’onore, è opera del Faletti surreale. All’inizio tutto appare abbastanza prevedibile. Un fotografo scandalistico si mette sulle tracce di un famoso personaggio televisivo, scomparso nel nulla dopo un traumatico evento vissuto in diretta. La narrazione procede serrata, con personaggi patinati e battute ammiccanti, ma poi la normalità si infrange per lasciare il posto a un senso di disagio sempre più pressante, che culmina con l’apparizione di un inquietante personaggio, il cui ruolo getterà protagonista e lettori nello sconcerto.
Nel secondo racconto, Per conto di terzi, c’è invece l’altra anima di Faletti. Qui troviamo infatti un giallo in piena regola, con una vittima, un sospettato perverso, un misterioso terzo uomo e un poliziotto che cerca di dipanare la matassa. La trama è ben dosata, intricata al punto giusto e dal finale comunque spiazzante, nonostante col procedere della lettura diventi sempre più chiara per il lettore l’inevitabile conclusione della storia.
Stavo seduto con aria beata in una comoda poltrona d’ufficio e davanti a me Mario Manni, direttore di “Scout” e titolare dell’ufficio e relative comode poltrone, mi stava guardando con l’aria di chi ha visto l’uomo che ha lanciato il sasso nello stagno.
Un libricino da leggere d’un fiato, che ci fa rivolgere un affettuoso ricordo a un intelligente imbastitore di storie.
Editore: Einaudi
Anno: 2018