UN DELITTO IN PIENO GIORNO A MILANO
Una mattina l’agente immobiliare Giacomo Riva viene ucciso per strada, sotto gli occhi del figlio undicenne rannicchiato sul sedile posteriore dell’auto. Il bambino, per un attimo, incrocia lo sguardo con l’assassino e si chiude spaventato in un rigido mutismo. Il commissario Rocco Cavallo ed il vice ispettore Montano della Squadra Omicidi di Milano iniziano le indagini, intuendo subito che non si tratta di una rapina finita male.
E’ il 1990, la mafia si sta espandendo a Milano, e la prima supposizione è che Riva sia incappato in una esecuzione da parte della criminalità organizzata. In effetti, pur essendo un insospettabile, il suo tenore di vita è molto alto e la sua lussuosa casa ha mobili di pregio e numerose opere d’arte, addirittura una tela di Fontana. La moglie della vittima si rivela ostile e sfuggente e cerca di difendere il figlio e di impedirgli di parlare con la polizia, ma egli rivelerà nei suoi disegni alcuni tratti dell’assassino.
Il commissario Cavallo, esperto e riflessivo, non si fa condizionare dalle apparenze ed indaga tenacemente sul passato di Riva e sulle sue amicizie altolocate. Il suo istinto gli fa sfidare gli ordini dei superiori che vorrebbero insabbiare le sue scoperte su una classe dirigente corrotta e su terribili fatti rimasti nascosti avvenuti nel 1973.
E’ che il lavoro del poliziotto è un lavoro delicato, bisogna barcamenarsi,aveva cercato di spiegargli un giorno un suo superiore. Con pazienza, perché in fondo Rocco Cavallo aveva sì dei difetti, come tutti, ma era pur sempre un ottimo elemento. Privarsi di lui sarebbe stato un errore. E’ da domare, aveva detto un altro, con indubbio senso dell’umorismo. Ma su certe cose Cavallo non ci sentiva…..Qualcuno era perfino arrivato a sostenere che il suo fosse un atteggiamento insubordinato.
In una Milano invernale ben descritta nei suoi quartieri meno conosciuti, nei bar e nelle sporche officine di periferia si intrecciano anche le vicende di crudeli trafficanti di droga palermitani e calabresi in contrasto fra loro. Dopo complesse ricerche in archivi polverosi e indagini pazienti l’identità dell’assassino di Riva viene scoperta e la sua confessione confermerà le intuizioni di Cavallo: nel peggiore dei modi.
Questa è la seconda indagine di Rocco Cavallo e si può leggere anche senza conoscere la prima, perché i personaggi sono ben tratteggiati e la trama è diversa. Il lettore si appassiona talmente che avrà la curiosità di leggere anche il primo romanzo.
Il protagonista è un personaggio umano, idealista, molto abile nello scandagliare l’animo umano. Diffida delle apparenze e non si fa mettere i piedi in testa dai superiori ossessionati solo dalle formalità e dal rispetto per i politici e per le famiglie altolocate. Il libro ha una trama complessa, ma interessante e ben costruita, sempre comprensibile e mai confusa. E’ ben scritto, scorrevole, mai noioso.
Si auspica che l’autore, che con questo romanzo si conferma fra i migliori scrittori di genere poliziesco italiani, ci consegni presto anche il terzo romanzo con un protagonista così realistico e onesto. Flavio Villani è nato a Milano. Neurologo, ha lavorato negli Stati Uniti come ricercatore. Come scrittore ha esordito nel 2013 con L’ordine di Babele . Nel peggiore dei modi è il suo secondo romanzo poliziesco.
Editore: Neri Pozza
Anno: 2018