Venezia 1576, la viglia di Natale avviene il primo di una lunga serie di omicidi, al Lazzaretto Nuovo si scopre il cadavere di una masticatrice di sudari, un vampiro, che si nutre del sangue di persone. Nane Zenon, alchimista in odore di negromanzia, affiancherá nelle indagini il Signore di notte Orso Pisani, un magistrato che non crede alle masticatrici ed altre superstizioni. Tra vari omicidi e serrate indagini Nane e Orso, fianco a fianco, riusciranno a trovare il colpevole?
Quando infine gli tagliarono la giugulare, non ci mise molto a morire. Fece appena in tempo a sentire il fiotto caldo del proprio sangue scivolargli lungo il collo prima del sopraggiungere di quello stato d’incoscienza simile al sonno, alla pace, alla morte tanto agognata. Durante il lungo supplizio al quale era stato sottoposto, seppe di essere dannato. Una vita intera a predicare la parola di Dio e ora la perdizione. Se non fosse stato per quegli occhi, neri come l’oscuritá del peccato, che lo fissavano cosí da vicino, non avrebbe saputo perché.
Se anche a voi i gialli storici non fanno impazzire, leggete il romanzo di Giada Trebeschi e la vostra opinione cambierá. La trama é gialla, anzi giallissima. C’é il serial killer, ci sono le indagini, c’é la suspense, ma ci sono anche tante nozioni storiche che raccontano una cittá in un periodo storico molto particolare, quello della peste che colpí Venezia nel 1576.
Il romanzo di Giada Trebeschi trasuda storia, e la storia trasuda in ogni singola parola. La scrittura é moderna ma rispetta lo stile dell’epoca per avvolgere il lettore ancora piú nel contesto storico. Si pensi che in un punto del romanzo la scrittrice ci parla di un antesignano del preservativo senza nominarlo, dato che la parola comune é entrata dopo nei vocabolari, ma rendendone pienamente l’idea e trasformando la parola in immagine.
La parte storica non é raccontata con voce spocchiosa e supponente, anzi Giada Trebeschi ci accompagna per mano. La scrittrice é talmente preparata in storia che riesce naturalmente a dividere quello che é la finzione, dalla storia vera. Il tutto senza mai staccare l’attenzione del lettore dal romanzo.
Giada Trebeschi ci fa sentire gli odori di Venezia, le luci soffuse, il buio delle piccole calle, quell’aria che tutti immaginiamo pensando a quell’epoca. Ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo di ritorno da un viaggio a Venezia dove ho avuto la fortuna di essere a contatto con degli abitanti del ghetto che mi hanno raccontato cose che poi ho ritrovato nelle pagine della Trebeschi.
Ma non si ferma alla storicitá, questo romanzo ci parla anche di tante cose, della condizione della donna all’epoca, della divisione tra le classi sociali e della divisione tra pragmatismo e superstizione, che colpisce molti ma non tutti.
I personaggi, descritti con delle pennellate molto decise, rappresentano il loro essere, il fisico é l’immagine dell’animo, anche se poi niente é come sembra. Orso, Nane e Adámas sono le figure forti e ci mostrano tutti i loro aspetti, anche quelli piú reconditi, ma storicamente veri, anche se inventati, i loro movimenti ed i loro pensieri sono collocati nel 1576.
Se volete leggere dei romanzi storici, consiglio vivamente Giada Trebeschi, la sua voce é capace d’insegnare e svelare, veri momenti storici.
Edizione: Oakmond Publishing
Anno: 2017