Lui è il fondatore della casa editrice siciliana “I buoni cugini” ma è anche uno scrittore di gialli. Sul nostro sito potete trovare la recensione del suo romanzo “Gli assassini di Cristo”, Gabriella Pinamonti ha intervistato: Ivo Tiberio Ginevra.
Per quale motivo hai esordito nella scrittura, dopo aver fatto l’avvocato ed aver fondato una casa editrice? Come mai proprio con un libro di genere giallo?
Salve, innanzitutto grazie per questa piacevole chiacchierata e per il vostro interessamento ai miei scrittarelli. Rispondo subito. Io ho esercitato la professione di avvocato fino all’età di quarant’anni. Guadagnavo bene e dicono che ero anche bravino, ma vivevo male. Mi sentivo come se stessi buttando la vita dietro ad una cosa sterile che non mi dava alcun piacere, senza costruire un bel nulla. Diciamo pure che ero piuttosto insoddisfatto perché odiavo questo lavoro. Le uniche cose che mi davano in qualche modo sollievo erano il mio allevamento amatoriale di uccellini e la lettura. Solo letture impegnate, però!! Letture belle, formative, complesse insomma, come direbbe Cetto Laqualunque: “du cugghiuna…”, poi circa vent’anni fa mi venne una influenza terribile con febbre e mal di testa che mi costrinse a stare a letto. Siccome non potevo concepire di vivere senza leggere, e le mie abituali letture erano così complesse da favorire il mal di testa, pregai mia moglie di comprarmi qualche libro “leggero” di questi autori contemporanei (io ero abituato solo ai grandi maestri russi) perché semplici da leggere e poi anche per capire un po’ cosa scrivevano i viventi. Anna tornò con una decina di libri, fra questi “Il ladro di merendine” di Camilleri. Fu per me una scoperta incredibile e m’innamorai perdutamente della letteratura moderna, del giallo, del noir… del thriller leggendo palate di libri al mese. Era successo che all’improvviso avevo capito che si poteva scrivere anche in un altro modo che non fosse solo quello classico, per dirla in due parole “alla Dostoevskij” e da allora, non avendo più come punti di riferimento i grandi maestri della letteratura, vedi Cechov, Tolstoj, o Pirandello e compagnia bella, iniziai a scrivere tutto quello che mi andava, così sono nati dei romanzi gialli, poi thriller, noir, distopici, ed anche un romanzo storico carico di feuilleton. Insomma libertè! (almeno in questo). Poi l’amore per la scrittura, per i libri e una terribile tragedia personale che mi è accaduta, mi ha portato, insieme a mia moglie Anna, a creare la casa editrice “I Buoni Cugini Editori”. Sentivo il bisogno di essere vivo, e di fare una cosa bella che mi desse piacere e gioia nella vita perché avevo capito che bisognava viverla bene, dato che da un momento all’altro si può morire o si soffrire da cani. A conti fatti un giorno di questi avrei realizzato di averla buttata dietro a insoddisfacenti cazzate cariche di stress, quindi meglio evitare.
I tuoi romanzi prendono spunto da casi di cronaca o sono pura invenzione?
Fondamentalmente sono idee o fantasie che mi frullano in testa e che spesso hanno qualcosa di personale. Nei miei scrittarelli ho la felice opportunità di dar sfogo alle ancestrali pulsioni e per fortuna sono libero di poter ammazzare chi mi pare: degli amici, qualche parente, una buona quantità di colleghi e tanti, tantissimi clienti. Sono libero di violare con piacere alcuni divieti come fumare, abboffarmi di dolci e anche rompere crocifissi, madonne e altri oggetti sacri. Se poi la mia fantasia (come nel caso de “Gli assassini di Cristo”) può coincidere con la realtà non è colpa mia, anche se spesso quest’ultima è più imprevedibile della stessa immaginazione… comunque posso fare anche cose buone come favorire l’integrazione razziale o religiosa, e magari, ogni tanto scoparmi qualche pezzo di gnocca, cosa che nella realtà non farei mai perché amo tantissimo mia moglie. In tutti questi casi, ci sono i miei personaggi.
I tuoi sbirri sono dei grandi personaggi con i loro alti e bassi e le loro arrabbiature: sono un po’ l’anti-Grissom (glaciale scienziato e investigatore di CSI )?
Grazie per il tuo apprezzamento. Io ho cercato di creare dei personaggi più terreni possibili, più reali possibili, perché nella vita di ogni giorno credo proprio che i Grissom non esistano. Poi pensare che possano vivere in un commissariato in Sicilia (luogo dove ambiento le mie storie), per me, il solo pensarlo è pura follia. Di sicuro ci saranno poliziotti divorziati con problemi sulla gestione dei figli; veri o presunti latin lover; padri di famiglia magari all’antica e agenti che forse escono senza permesso durante l’orario di servizio per fare un po’ di spesa per la cena… insomma intorno alle mie storie volevo gente reale, che pensa come noi, che scherza e si arrabbia come noi. Con i nostri stessi problemi e le nostre stesse angosce, malattie, fissazioni e stupidità, ma soprattutto volevo nelle mie storie non ci fossero poliziotti dalla pistola facile, ma dalla mentalità comprensiva, così come sono nella realtà in tutta Italia.
Oltre alla passione per l’ornitologia, quali sono i tuoi hobby?
Ovviamente la lettura, l’ornitologia e l’ornicultura che mi occupa molto tempo perché la pratico a livello competitivo/selettivo (sono anche giudice di gara in esposizioni nazionali), ascolto molta musica classica e sono drogato di calcio… e qui crolla miseramente il mito dello scrittore: Forza Palermo.
Ci donerai presto un nuovo romanzo con Falzone e Bertolazzi? Ai lettori farebbe molto piacere!
Nel 2011 ho scritto Gli assassini di Cristo da qualche mese ripubblicato con I Buoni Cugini Editori, e poi l’anno dopo Sicily crime, la seconda indagine del duo Falzone e Bertolazzi che sarà ripubblicata fra qualche mese sempre con la stessa casa editrice. Volevo chiuderla qua e scrivere altre cose, ma questi due sbirrazzi non hanno fatto altro che tornarmi in mente sempre con nuove storie. Io non li volevo ascoltare, ma poi la continua richiesta dei lettori di leggere i due libri pubblicati e oramai fuori catalogo e soprattutto l’affetto che mi hanno mostrato e che mai avrei lontanamente pensato d’immaginare, mi hanno costretto con gioia a riprendere questi amati personaggi e ridar loro vita. Al momento ho già completato due nuovi romanzi e un terzo è già in cantiere. Avrei il piacere di pubblicarlo con una casa editrice che non sia la mia per evitare che qualche cretino possa dire “che me la canto e me la suono”, sminuendo così il mio lavoro, ma già mi sto scocciando di aspettare la risposta del mio agente letterario e credo che farò come sempre di testa mia e con il solito aiuto del mio amico fraterno Niccolò Pizzorno che illustra le mie follie con spettacolari disegni.
Grazie per l’affetto e per l’intervista.
Grazie a te Ivo per la gradita intervista che ci hai rilasciato.