In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo “L’undicesima ora” (Fazi Editore) abbiamo chiacchierato con l’autore Giovanni Ricciardi. Abbiamo parlato del suo ultimo libro ma anche del suo rapporto con il suo personaggio e della sua vita da scrittore.

“L’undicesima ora” è il suo ultimo romanzo ci può raccontare la trama?
Un noto architetto romano viene trovato morto dopo molti giorni in uno dei suoi appartamenti. L’autopsia non ha dato ancora risposte certe sulle cause del decesso. Quel che è certo invece è il fatto che nella stessa notte in cui l’uomo moriva qualcuno dava fuoco a una sua villa poco distante, forse per ucciderlo. A questa strana e inquietante coincidenza Ponzetti dà credito e inizia un’indagine che lo porterà a spostarsi a Barcellona, dove l’architetto aveva molti interessi, sia privati che “commerciali”. E questa pista porterà poco a poco alla luce il “segreto” di quest’uomo.
Ottava avventura per il commissario Ponzetti, com’è nato il personaggio? E si ispira a persone veramente conosciute?
Il personaggio nasce come un alter ego contemporaneo del leggendario commissario don Ciccio Ingravallo creato dalla fantasia di Carlo Emilio Gadda nel suo “Pasticciaccio brutto de via Merulana”. Ma s’ispira anche un po’ al pacato e riflessivo Maigret di Simenon. Un Simenon romano, diciamo così.
Ambientazione romana, ma ci porta sempre anche fuori dalla citta eterna, con “Gli occhi di Borges” a Buenos Aires, con “La canzone del sangue” in Sicilia, con “L’undicesima ora” a Barcellona. Da cosa nasce questa scelta?
Dopo i primi cinque libri, ambientati rigorosamente a Roma, nei suoi diversi quartieri, ho deciso di spostare lo scenario in cui agisce Ponzetti, per metterlo alla prova con ambientazioni diverse. Ma tutte le sue strade portano inevitabilmente a risolvere il caso nella città eterna.
Com’è cambiato Ponzetti in otto romanzi e come è cambiato il rapporto tra scrittore e personaggio? 
Ponzetti nei primi libri faceva a volte lunghi monologhi e divagava dalla questione principale della trama. Ora il suo parlare e il suo agire sono un po’ più asciutti, ma il tono riflessivo dei miei libri è rimasto. è un personaggio più maturo, mi sembra, un po’ come il suo autore, che ha forse migliorato il suo “m
estiere” di autore prestando al suo eroe più vita e meno pensieri.
Essendo un blogtour dedicato al suo ultimo romanzo vorrei invece approfittare per conoscere meglio lo scrittore, partiamo dall’inizio perchè ha deciso di scrivere romanzi gialli?

Per caso. In passato  molte cose ma non riuscivo a concentrarmi su una trama credibile. Mi sono detto – dieci anni fa – che se avessi provato a scrivere un giallo sarebbe stato un buon esercizio per concentrarmi più sulla trama e meno sullo stile. L’esercizio, a quanto pare, è riuscito bene: ho trovato un editore disposto a pubblicarmi, il quale mi ha poi proposto di “rilanciare”, facendo diventare Ponzetti un personaggio seriale.

Come nascono le sue trame? C’è sempre all’interno dei suoi romanzi delle componenti culturali molto forti, nel precedente Borges, in questo Gaudì. Ci spieghi meglio questa scelta.
Nascono da una notizia, da un racconto ascoltato a volte per caso, o a cena con amici e familiari. Quella notizia diventa uno spunto narrativo, un incipit. Scrivo le prime pagine, poi comincio a domandarmi come la storia può finire. Individuato il finale, procedo con la scrittura, e quello che nasce “in mezzo” viene fuori via via, senza uno schema troppo stretto e predeterminato. Le componenti culturali corrispondono alle mie passioni, a quello che so meglio, insomma, al terreno che mi è più congeniale: la poesia, l’architettura, la musica, e naturalmente le letterature classiche. Su questi terreni mi muovo più agilmente che su altri.
Cosa legge uno scrittore mentre scrive? E le letture la influenzano nella stesura?
Io leggo poco mentre scrivo, perché concentro la scrittura in tempi piuttosto stretti, due o tre mesi al massimo. Durante la stesura del giallo non leggo gialli, mi disturbano come fossero delle interferenze, magari leggo saggi o comunque testi piuttosto distanti dal tema che sto svolgendo.
Quali sono gli scrittori che l’hanno maggiormente influenzata?

Manzoni, Gadda, Sciascia, Simenon, Pavese, Dostoevskij,. Oltre ai classici, come dicevo. Siamo nani sulle spalle di giganti, come diceva qualcuno.

Cosa consiglia ad uno scrittore alle prime armi o al suo esordio?
Di leggere molto, di essere curioso della vita, più di quella altrui che della propria. Di scrivere solo se si ha veramente una storia da raccontare. Le tecniche, i corsi di scrittura creativa possono essere utili, ma non sono la chiave di volta dell’edificio scrittura. Di dedicare molto tempo alla lettura e alla scrittura. Di non imitare troppo, di cercare una voce propria, personale. o piuttosto di trovare quella che già risuona dentro ciascuno.
Ha già pronta una nuova avventura per il commissario Ponzetti?
Troppo presto, il nuovo libro è uscito da poco. Ora è tempo di staccare. La nuova storia deve ancora bussare alla porta.

E nell’attesa che bussino, ringraziamo Giovanni Ricciardi per il tempo che ci ha voluto dedicare e per averci perme

 

sso di conoscerlo meglio. Vi lascio di seguito le tappe del Blog Tour con i siti dove potete trovare gli appuntamenti passati:

– Presentazione ed estratto del romanzo : 50/50 Thriller
– Recensione in anteprima: Una pausa di lettura
– 5 motivi per leggere il romanzo: Thriller Nord
– I personaggi: La Bottega dei Libri 
– Il commissario Ponzetti: Penna d’oro

Ripercorrete le tappe di un romanzo imperdibile.