PRESENTAZIONE
Torna finalmente Antonia Scott, torna nella sua ultima avventura che conclude la trilogia ideata e scritta da Juan Gòmez-Jurado. Dopo una prima avventura che ci aveva conquistato “Regina rossa”, l’amore per questa scrittura coinvolgente, lo stile ed il ritmo ci hanno confermato la nostra impressione con “Lupa nera”.
Avevamo lasciato Antonia alle prese con la ricerca di Lola Moreno, ed è in questa sorprendente ricerca che fanno conoscenza con la lupa nera: la russa pericolosa sicaria ingaggiata dalla mafia, ma adesso è tempo per Antonia di …
TRAMA
Spero che tu non ti sia già dimenticata di me. Giochiamo?». Quando Antonia Scott riceve questo messaggio, sa benissimo chi glielo ha inviato. Sa anche che questa partita è quasi impossibile da vincere. Ma ad Antonia perdere non piace e, se perde questa battaglia, le avrà perse tutte. È il momento della resa dei conti, dello scontro faccia a faccia con il suo nemico numero uno. E sarà uno scontro spietato, un ballo diabolico a un ritmo convulso, una crudele caccia al tesoro costellata di trappole mortali in cui ogni tappa è più pericolosa della precedente. I fili, come sempre, verranno mossi dall’alto: la regina è la figura più potente della scacchiera, ma un pezzo degli scacchi non deve mai dimenticare che c’è sempre una mano che lo dirige. Anche questo, però, è tutto da vedere.
ESTRATTO
Antonia Scott non ha neanche tre minuti.
Per altre persone, tre minuti possono essere un lasso di tempo risibile.
Non per Antonia. Potremmo dire che la sua mente è in grado di immagazzinare ingenti quantità di dati, ma la testa di Antonia non è un hard disk. Potremmo dire che è in grado di visualizzare con chiarezza lo stradario completo di Madrid, ma la testa di Antonia non è un gps.
La mente di Antonia è piuttosto come una giungla, una giungla piena di scimmie che saltano a tutta velocità da una liana all’altra portando cose. Molte cose e molte scimmie, che si incrociano in aria e si mostrano i denti.
Ma ora Antonia ha imparato a domarle.
E ora ne ha più bisogno che mai. Perché Antonia Scott non ha tre minuti. Due uomini in passamontagna – e una donna dal volto amabile – si sono appena portati via il suo collega, l’ispettore di polizia Jon Gutiérrez.
Antonia Scott non corre dietro al furgoncino. Non grida chiedendo aiuto. Non chiama, disperata, la polizia.
Antonia Scott non fa nessuna di queste cose, perché Antonia Scott non è come noialtri.
Quello che fa è fermarsi.
Dieci secondi. È il massimo che si concede.
In dieci secondi – con gli occhi chiusi e le mani appoggiate alla parete di un edificio, per tenere a bada l’ansia – Antonia è in grado di:
– Calcolare i tre percorsi più probabili di uscita dal centro urbano.
– Recuperare mentalmente tutti i dettagli del furgoncino e dei sequestratori.
– Stabilire una linea d’azione per salvare la vita di Jon.
Apre gli occhi.
Compone un numero telefonico speciale. Uno che permette a Mentor di capire che non deve dire nulla quando risponde. Ma solo ascoltare e obbedire.
Antonia gli detta le parole esatte che deve pronunciare nel comunicato d’allerta (10-00 Ispettore Gutiérrez, 10-37 Mercedes Vito, massima priorità), la targa del veicolo (9344fsy), e il colore (ovviamente, bianco). E poi sceglie un percorso tra i tre possibili. Un’unica via d’uscita, dove ordinare alle pattuglie di convergere.
Pirámides, Madrid Río, Legazpi.
Delle tre, la più difficile, la più lenta, la più improbabile, è Madrid Río. Il paseo di Santa María de la Cabeza è sempre congestionato. E, accanto all’uscita, c’è un commissariato della polizia municipale.
Antonia la scarta immediatamente.
Rimangono Legazpi e Pirámides.
Sceglie Pirámides. Il percorso più corto, il più rapido, il più ovvio.
Non è facile. C’è in gioco la vita dell’ispettore Gutiérrez. Se nelle tue mani hai la pelle di una delle tre persone che ti sono più care al mondo, dovresti poter prendere una decisione razionale.
Questa non lo è. È una moneta lanciata in aria.
E non le piace proprio per niente.
Se volete seguire le altre tappe del blogtour per Jurado … Basta seguire il calendario qui sotto: