Una delle nuove autrici del panorama giallo italiano, il suo personaggio Vanina Guarrasi è già nel cuore di tutti i lettori con solo 2 romanzi. L’ultimo romanzo, edito da Einaudi, è “La logica della lampara”. Abbiamo intervistato Cristina Cassar Scalia.
La decisione di scrivere un giallo è stata quasi casuale. Da grande lettrice di gialli, ho sempre ritenuto che scriverne uno fosse un esercizio al di sopra delle mie capacità. Poi è capitato che mentre cercavo una nuova storia da raccontare, mi sia trovata a visitare un’antica villa alle pendici dell’Etna, semidisabitata, con una torre e al suo interno un montacarichi. E la mia fantasia ha deciso di infilarci dentro un cadavere mummificato da cinquant’anni. Ovviamente quella storia non poteva essere che un giallo. Ho provato.
Svolgo la professione medica solo nel mio studio privato, e non tutti i giorni. Il che mi ha sempre consentito di dedicare molto tempo a quella che era nata come una passione del tutto personale e che oggi invece è diventata un’altra (amatissima!) professione. Scrivere. Scrivo ogni volta che posso, più di sera che di mattina, non in giorni fissi e con ritmi assolutamente irregolari.
Una volta definito il canovaccio, lo arricchisco sempre più di dettagli e, solo a quel punto, inizio la stesura. Che, ora che i personaggi e l’ambientazione mi sono familiari, dura all’incirca tre mesi.
No, Vanina è un personaggio di fantasia dalla a alla z.
Non so, perché per il momento non ho in mente un altro personaggio. Però non escludo che un giorno, chissà quando, io possa anche decidere di inventare un personaggio maschile. Sperimentare è divertente!