Il suo “giallo” ha come protagonista Romeo Giulietti, il romanzo è “L’ignoranza dei numeri” (Baldini+Castoldi) – Recensione. Lui è Francesco Paolo Oreste, che si è raccontato ed ha raccontato il suo romanzo. 

Romeo Giulietti, due nomi simbolo dell’amore e della lotta per amare ma chi sono queste due anime che convivono nel suo protagonista?

Due nomi e un destino, quello tragico di chi ama senza speranza, come Romeo ama Rebecca, la Giustizia e la sua Terra, un amore disperato e –forse- proprio per questo invincibile, perché un amore che riesce a fare a meno perfino della speranza è un amore che non teme di restare senza respiro, senza spazio o senza tempo.

Protagonista insieme a Giulietti è Napoli, una delle più intense città d’Italia, che città è per lei? Oltre ad una fede calcistica …

Odi et Amo. Napoli è una città che ti costringe a scappare ma che ti pianta dentro l’apucundria, la saudade, una città che non basta a se stessa ma sa essere maestra d’inclusione e accoglienza, un grumo di contraddizioni irrisolvibili in continua evoluzione, un teatro a cielo aperto- che – con indecifrabile coerenza – tra una tragedia e l’altra – offre  l’inaspettato spettacolo di miracolose bellezze e rinfrancanti atti d’amore.

Giulietti sdraiato sul divano, allunga una mano e tocca una pila di libri di poesie. Quali sono i libri e gli scrittori che l’hanno ispirata e stimolata a scrivere? Erri De Luca escluso …

La prima volta che pensai di scrivere della mia città mi trovavo a Macondo, con i Buendìa, quando la popolazione aveva appena dimenticato il significato delle parole, un po’ come oggi – per offendere qualcuno – lo si accusa di buonismo. Poi ci sono stati i Malaussène e la loro tribù, e il lavoro di capro espiatorio che, per fortuna di Benjamin, era retribuito(a differenza di quello di alcuni personaggi senza autore che popolano la mia città). E infine Vigàta e Salvo Montalbano, e l’idea che la giusta narrazione possa essere un momento di confronto e crescita per se stessi prima ancora che per un eventuale lettore.

Perché ha scritto un romanzo giallo?

In realtà è un giallo chiaro, poliziesco perché scritto da un poliziotto e con protagonista un poliziotto, ma poco rispettoso delle necessità del genere … in realtà, molto più dell’indagine, a me interessa raccontare (e un po’ anche capire) quella terra di mezzo che si apre tra Legge e Giustizia quando le necessità del diritto (e di chi deve farlo rispettare) si scontrano con le necessità della sopravvivenza.

Francesco Paolo Oreste crede nell’umanità? Giulietti un po’ viene deluso anche nel suo lavoro

Giulietti ama disperatamente. Quindi sogna, si illude e –di solito. viene deluso. Poi si ferma, prende uno dei suoi poeti, rimette in ordine parole ed emozioni, si ristruttura l’anima, e riprende a sognare. Perché la speranza, per fortuna, è una fenice.

Lei ha una figlia, se dovesse dirle per cosa lotta sua padre, non il poliziotto cosa le direbbe? Per cosa lotta oggi Francesco Paolo Oreste?

Per lei. Da prima che nascesse. In ogni turno di servizio e in ogni singola pagina.

Grazie a Francesco Paolo Oreste per la sua disponibilità.